Mentre la maggior parte dei cacciatori di tempeste si concentra sui tornado, un gruppo di oltre 50 scienziati meteorologi ha dedicato la propria estate a un fenomeno altrettanto devastante ma meno spettacolare: la grandine gigante. Dalle pianure del Texas fino al Sud Dakota, il progetto ICECHIP sta conducendo la più ampia ricerca mai realizzata sui temporali che generano chicchi di ghiaccio grandi quanto palloni da golf o addirittura pompelmi. L'obiettivo è ambizioso quanto necessario: comprendere finalmente i meccanismi che trasformano innocue gocce d'acqua in proiettili di ghiaccio capaci di causare miliardi di dollari di danni ogni anno negli Stati Uniti.
La caccia ai giganti di ghiaccio
Il cuore dell'operazione è rappresentato da un veicolo blindato soprannominato Hail Hunter, che si lancia letteralmente dentro l'occhio del ciclone per raccogliere i campioni più freschi e di maggiori dimensioni. Mentre questo cacciatore di grandine sfida la tempesta dall'interno, decine di altri veicoli circondano la supercella temporalesca armati di radar mobili, palloni meteorologici e droni ad ala fissa.
La complessità dell'operazione ricorda le manovre militari: ogni giorno inizia con previsioni meteorologiche intensive per individuare le tempeste più promettenti. Una volta localizzato l'obiettivo, i team si coordinano per posizionare strumentazioni specializzate lungo il percorso previsto della tempesta, tra cui sofisticati disdrometre che misurano la distribuzione dimensionale dei chicchi e la loro velocità d'impatto.
Quando i tornado danzano nella grandine
Il 17 giugno scorso, vicino ad Arnett in Oklahoma, i ricercatori hanno documentato uno spettacolo meteorologico eccezionale: un tornado che si è formato proprio nel cuore della zona di caduta della grandine. Ethan Mok, membro del team ICECHIP, è riuscito a immortalare il momento in cui il vortice, quasi nascosto dalla pioggia torrenziale, ha toccato il suolo esattamente dove si concentrava la precipitazione dei chicchi più grandi.
Questo fenomeno rappresenta una delle sfide più complesse della meteorologia moderna: le supercelle temporalesche che producono grandine estrema spesso generano contemporaneamente tornado, creando un cocktail meteorologico di difficile interpretazione. I modelli previsionali attuali faticano a distinguere quali temporali evolveranno in tempeste di grandine devastanti e quali si limiteranno a produrre precipitazioni normali.
La corsa contro il tempo
Una volta che la tempesta si è allontanata, inizia la fase più frenetica della ricerca: i team devono rapidamente mappare la zona colpita, documentare i danni e soprattutto raccogliere quanto più ghiaccio possibile prima che si sciolga. Ogni chicco rappresenta un archivio meteorologico che contiene informazioni preziose sulle condizioni atmosferiche che lo hanno generato.
L'analisi di questi campioni, combinata con i dati raccolti dalle strumentazioni sul campo, potrebbe finalmente permettere agli scienziati di sviluppare modelli previsionali più accurati. Per un paese come l'Italia, dove le grandinate estreme stanno diventando sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, i risultati di ICECHIP potrebbero rivelarsi fondamentali per proteggere agricoltura e infrastrutture dalle crescenti minacce meteorologiche.