Cercando vita su Marte potremmo essere ingannati da falsi fossili

Gli scienziati avvertono che, cercando segni di vita antica su Marte, potremmo essere ingannati da esemplari fossili creati in realtà da processi chimici.

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a cura di Alessandro Crea

Le rocce su Marte possono contenere numerosi tipi di depositi non biologici che però potrebbero sembrare simili ai tipi di fossili che potrebbero essere trovati se il pianeta avesse mai sostenuto la vita, ingannando così i ricercatori sulla reale presenza di antiche tracce di vita sul pianeta rosso. Questo infatti è quanto è emerso da uno studio recente.

Raccontare questi falsi fossili a parte ciò che potrebbe essere la prova della vita antica sulla superficie di Marte – che era temporaneamente abitabile quattro miliardi di anni fa – è la chiave del successo delle missioni attuali e future, hanno aggiunto i ricercatori.

Gli astrobiologi delle Università di Edimburgo e Oxford hanno infatti esaminato le prove di tutti i processi noti che potrebbero aver creato depositi realistici nelle rocce su Marte, identificando dozzine di processi – molti probabilmente ancora sconosciuti – che possono produrre strutture che imitano quelle di forme di vita microscopiche e semplici che potrebbero apparire esistite su Marte. Tra gli esemplari realistici che questi processi possono creare ci sono depositi che assomigliano a cellule batteriche e molecole a base di carbonio che assomigliano molto agli elementi costitutivi di tutta la vita conosciuta.

Poiché i segni di vita possono essere imitati da processi non viventi, le origini di qualsiasi esemplare fossile trovato su Marte sono probabilmente molto ambigue, dice il team, che indica la necessità di una maggiore ricerca interdisciplinare per far luce su come i depositi potrebbero formarsi su Marte, e quindi aiutare la ricerca di prove di vita antica lì e altrove nel sistema solare.