Copernicus e i satelliti Sentinel monitorano i cambiamenti climatici

Il programma Copernicus è un progetto gestito dall'Unione Europea e dall'Agenzia Spaziale Europea che costruisce e gestisce una flotta di satelliti per l'osservazione della Terra chiamata Sentinel, che forniscono dati sui cambiamenti che si verificano sul nostro pianeta.

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a cura di Alessandro Crea

Copernicus è stato creato nel 1998 quando i funzionari dell'UE hanno firmato il Manifesto di Baveno, un documento che propone che l'Europa svolga un ruolo importante nella gestione delle questioni ambientali e climatiche a livello mondiale, a Baveno, in Italia, secondo una storia dell'UE. Il programma era originariamente noto come Global Monitoring for Environmental Security (GMES) e aveva lo scopo di fornire informazioni che potessero aiutare gli aiuti umanitari, i compiti di mantenimento della pace e la sorveglianza delle frontiere, insieme alle preoccupazioni ambientali.

Nel 2004, l'ESA ha accettato di creare una componente spaziale di GMES che includerebbe la famiglia di satelliti Sentinel. Il programma è stato ribattezzato Copernicus nel 2011 dopo l'astronomo polacco dell'era rinascimentale Nicolaus Copernicus che per primo ha proposto che la Terra orbitasse attorno al Sole. L'ESA ha schierato il primo satellite Sentinel, Sentinel-1A, nel 2014 per creare continuamente immagini radar della superficie del nostro pianeta. Altri satelliti del programma Copernicus scattano fotografie ad alta risoluzione della Terra, fornendo dati sulla qualità dell'aria e misurando la composizione della nostra atmosfera, secondo una panoramica dell'agenzia.

Il più recente Sentinel, Sentinel-6A, è stato lanciato sul mercato nel 2020 e fornisce misurazioni estremamente precise dell'innalzamento del livello del mare in tutto il mondo. I dati di Copernicus sono forniti gratuitamente agli scienziati di tutto il mondo. Il programma è costato 3,24 miliardi di euro tra il 2014 e il 2021, secondo l'ESA.

L'UE sta inoltre studiando altre sei missioni future ad alta priorità come parte del programma Copernicus, che colmerebbe le attuali lacune di monitoraggio e guarderebbe alla vegetazione, alle temperature superficiali, al ghiaccio polare, ai livelli di anidride carbonica e alla salinità della superficie del mare, tra le altre cose, secondo l'ESA.