Ecco le future missioni ESA riguardo agli esopianeti

La triade di missioni dedicate agli esopianeti dell'ESA, Cheope, Platone e Ariel, sarà anche completata con la prossima missione James Webb Space Telescope.

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a cura di Alessandro Crea

L’ESA ha in programma tre missioni dedicate al rilevamento di esopianeti: Cheope, Platone e Ariel. Il satellite che si occupa della caratterizzazione degli esopianeti, Cheops, è stato lanciato nel dicembre 2019 e sta osservando stelle luminose note per ospitare esopianeti, in particolare pianeti delle dimensioni comprese tra quelle della Terra e Nettuno. Sta registrando le dimensioni precise di questi pianeti relativamente piccoli e combinato con misurazioni di massa già calcolate da altri osservatori, consentirà di determinare la densità del pianeta, e quindi fare una prima caratterizzazione della natura di questi mondi.

Cheops identificherà anche i candidati per ulteriori studi da parte delle missioni future. Ad esempio, fornirà obiettivi ben caratterizzati per il lancio internazionale del James Webb Space Telescope nel dicembre 2021, che eseguirà ulteriori studi dettagliati delle loro atmosfere.

Platone, la missione PLAnetary Transits and Oscillations of stars, è un cacciatore di pianeti di nuova generazione con un occhio alle proprietà dei pianeti rocciosi in orbita fino alla zona abitabile intorno a stelle simili al Sole, la posizione in cui l'acqua liquida può esistere sulla superficie del pianeta. È importante sottolineare che analizzerà anche la stella ospite del pianeta, compresa la sua età, e quindi fornirà informazioni sullo stato evolutivo dell'intero sistema extrasolare.

Ariel, la missione Atmospheric Remote-Sensing Infrared Exoplanet Large-survey, eseguirà un censimento chimico di un campione ampio e diversificato di esopianeti analizzando le loro atmosfere in grande dettaglio, rispondendo finalmente a domande ancora aperte quali, ad esempio, di cosa sono fatti gli esopianeti, come si formano i pianeti e i sistemi planetari e come si evolvono i pianeti e le loro atmosfere. Con il lavoro complementare di osservatori sia terrestri che spaziali, ci avvicineremo alla comprensione di una delle più grandi domande dell'umanità: siamo soli nell'Universo?