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Il “drago spada” del Dorset riemerge dagli abissi giurassici

I paleontologi hanno scoperto una nuova specie di rettile marino che probabilmente incontrò una morte violenta, secondo quanto rivelato dai fossili

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 10/10/2025 alle 08:45

La notizia in un minuto

  • Scoperto il Xiphodragon goldencapensis, una nuova specie di ittiosauro vissuta 185 milioni di anni fa nel Dorset, che colma una lacuna evolutiva fondamentale in un periodo da cui pochissimi fossili sono mai stati recuperati
  • Il fossile mostra segni di una morte violenta causata dal morso di un predatore più grande, rivelando la brutalità degli oceani preistorici dove anche i predatori specializzati dovevano temere minacce ancora più terribili
  • La specie presenta caratteristiche anatomiche uniche, tra cui una protuberanza ossea simile a un dente vicino alle narici mai osservata prima e orbite oculari enormi per la visione nelle profondità marine

Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.

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Le tempestose acque degli oceani preistorici nascondevano predatori spietati, come testimonia il destino tragico di una creatura marina vissuta 185 milioni di anni fa. Il suo scheletro, scoperto lungo la celebre Costa Giurassica del Dorset, racconta una storia di violenza primordiale che si conclude con un morso fatale alla testa, probabilmente inflitto da un predatore molto più grande. Questo antico dramma oceanico è emerso grazie all'analisi di quello che oggi sappiamo essere una specie completamente nuova di ittiosauro, battezzata Xiphodragon goldencapensis, letteralmente il "drago spada del Dorset".

Un puzzle evolutivo lungo 185 milioni di anni

Gli ittiosauri rappresentano uno dei capitoli più affascinanti della storia evolutiva terrestre. Questi rettili marini, spesso chiamati "draghi del mare" da oltre due secoli, dominavano gli oceani molto prima che i dinosauri conquistassero le terre emerse. La nuova specie scoperta aiuta a colmare una lacuna fondamentale nella comprensione di questi predatori preistorici, particolarmente per il periodo in cui visse questo esemplare, un'epoca da cui pochissimi fossili di ittiosauro sono mai stati recuperati.

Il dottor Dean Lomax, esperto di ittiosauri e coautore della ricerca, spiega l'importanza della scoperta: "Durante questo periodo gli ittiosauri sono incredibilmente rari, e Xiphodraco rappresenta l'individuo più completo mai trovato di quell'epoca, contribuendo a riempire un vuoto". Si tratta letteralmente di un pezzo mancante del puzzle nell'evoluzione di questi rettili marini.

Anatomia di un predatore preistorico

Le dimensioni di questo "drago spada" erano paragonabili a quelle di un delfino moderno, raggiungendo circa tre metri di lunghezza. La sua anatomia rivela adattamenti straordinari alla vita marina: un muso allungato simile a una spada per catturare pesci e calamari, e soprattutto un'orbita oculare di dimensioni enormi che suggerisce capacità visive eccezionali nelle profondità oceaniche.

La vita negli oceani mesozoici era decisamente pericolosa

Ma è una caratteristica anatomica particolare a distinguere questa specie da tutti gli altri ittiosauri conosciuti: una protuberanza ossea simile a un dente situata vicino alle narici, un dettaglio che gli scienziati non avevano mai osservato prima. Questa peculiarità anatomica, insieme ad altre caratteristiche uniche, ha permesso di identificare con certezza una specie completamente nuova.

Le cicatrici di una vita difficile

L'analisi forense del fossile ha rivelato dettagli drammatici sulla vita e la morte di questo esemplare. Le ossa degli arti e i denti mostrano malformazioni che indicano gravi lesioni o malattie subite mentre l'animale era ancora in vita. La dottoressa Erin Maxwell del Museo di Storia Naturale di Stoccarda, coautrice dello studio, sottolinea come "il cranio sembri essere stato morso da un grande predatore, probabilmente un'altra specie di ittiosauro molto più grande, fornendoci la causa di morte di questo individuo".

Questo scenario ricostruisce un mondo marino brutale, dove anche predatori specializzati come gli ittiosauri dovevano costantemente guardarsi dalle spalle da minacce ancora più terribili.

Dal Dorset al Canada: un viaggio lungo vent'anni

La storia della scoperta inizia nel 2001, quando il prolifico cercatore di fossili Chris Moore individua lo scheletro nelle scogliere di Golden Cap, dopo una tempesta che aveva eroso parte della costa. Moore, che può vantare il ritrovamento di una quindicina di ittiosauri nella sua carriera, diversi dei quali si sono rivelati nuove specie, descrive con understatement britannico la sua reazione alla notizia: "Non so ancora come festeggerò, se con champagne o con una tazza di tè".

Il fossile viene successivamente acquisito dal Royal Ontario Museum del Canada, dove rimane per oltre quindici anni prima di essere completamente analizzato e classificato. Questo lungo processo di studio testimonia la complessità dell'identificazione paleontologica e l'importanza di analisi approfondite per distinguere nuove specie da esemplari di specie già conosciute.

L'eredità di Mary Anning

La Costa Giurassica del Dorset continua a rivelare tesori paleontologici duecento anni dopo le pionieristiche scoperte di Mary Anning, la paleontologa che nei primi decenni dell'Ottocento iniziò a portare alla luce i primi ittiosauri. Questa tradizione di scoperte straordinarie conferma il Dorset come uno dei siti paleontologici più importanti al mondo, dove le scogliere continuano a restituire testimonianze di mondi perduti e di creature che popolavano oceani scomparsi milioni di anni fa.

Fonte dell'articolo: www.bbc.com

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