Le meteoriti che cadono sulla Terra portano con sé microscopiche sfere di roccia fusa, chiamate condrule, che conservano la memoria del caos primordiale da cui nacque il sistema solare. Questi frammenti, larghi appena uno o due millimetri, si sono formati miliardi di anni fa durante violenti impatti tra rocce e ghiaccio. Una ricerca condotta dall’Università di Nagoya e dall’Istituto Nazionale di Astrofisica italiano ha finalmente chiarito come e quando nacquero queste capsule temporali cosmiche.
La chiave del mistero risiede nell’acqua contenuta nei planetesimi, i piccoli corpi che popolavano il sistema solare agli albori. Quando si scontravano ad altissima velocità, l’acqua si vaporizzava generando micro-esplosioni che frammentavano la roccia fusa in minuscole gocce. «L’acqua che diventava vapore agiva come una serie di esplosioni, spezzando la roccia silicatica fusa nelle goccioline che osserviamo oggi», spiega il professor Sin-iti Sirono di Nagoya. Una dinamica semplice e naturale che risolve un enigma irrisolto da decenni.
Giove: l’artefice del caos primordiale
La nascita di Giove, circa 4,5 miliardi di anni fa, fu il motore di questo processo. L’enorme attrazione gravitazionale del pianeta in formazione destabilizzò le orbite dei planetesimi, moltiplicando gli scontri ad alta energia. Le simulazioni realizzate dal team mostrano come la gravità gioviana abbia provocato proprio quelle collisioni in grado di generare le condrule.
Il dato più sorprendente riguarda la datazione. Diego Turrini dell’INAF sottolinea che il picco di formazione delle condrule, avvenuto circa 1,8 milioni di anni dopo l’inizio del sistema solare, coincide con la fase in cui Giove stava accumulando gas per raggiungere le dimensioni attuali. Le condrule diventano così un vero e proprio “cronometro cosmico” che segna la nascita del gigante gassoso.
Un cronometro per la formazione planetaria
Le condrule non sono soltanto curiosità geologiche: permettono di ricostruire l’ordine di nascita dei pianeti giganti. La varietà di età osservata nelle meteoriti indica che anche Saturno e forse altri corpi abbiano contribuito al fenomeno. Analizzandone le caratteristiche, gli scienziati possono quindi tracciare la sequenza di formazione dei pianeti e confrontarla con ciò che accade in altri sistemi stellari.
La ricerca, pubblicata su Scientific Reports, rappresenta un passo decisivo per capire i meccanismi che hanno plasmato il nostro sistema solare. Ogni meteorite che raggiunge la Terra continua a portare con sé un frammento di quella storia remota, offrendo agli scienziati un archivio naturale per leggere le prime pagine della nostra origine cosmica.