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Scoperto "l’interruttore" del sonno che rigenera corpo e mente

I ricercatori di UC Berkeley hanno scoperto i circuiti cerebrali che controllano l'ormone della crescita durante il sonno, rivelando nuovi legami tra disturbi del sonno e malattie metaboliche.

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a cura di Patrizio Coccia

Editor

Pubblicato il 10/09/2025 alle 17:24

La notizia in un minuto

  • Ricercatori dell'Università di Berkeley hanno identificato i circuiti cerebrali specifici nell'ipotalamo che controllano il rilascio dell'ormone della crescita durante il sonno, svelando un sofisticato sistema di retroazione tra neuroni GHRH e somatostatina
  • Lo studio rivela che nelle due fasi del sonno (REM e non-REM) operano meccanismi diversi per la produzione ormonale, e che l'ormone della crescita stimola il locus coeruleus promuovendo il risveglio in un delicato equilibrio
  • La scoperta apre nuove prospettive terapeutiche per disturbi metabolici, malattie neurodegenerative e problemi del sonno, spiegando scientificamente perché la privazione del sonno compromette crescita muscolare e salute metabolica
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

La relazione tra sonno e crescita muscolare ha da sempre incuriosito scienziati e atleti, ma i meccanismi cerebrali che regolano questo legame non erano mai stati chiariti del tutto. Un nuovo studio dell’Università della California di Berkeley ha identificato i circuiti neurali che orchestrano il rilascio dell’ormone della crescita durante il riposo, rivelando un sistema di retroazione sofisticato che mantiene stabili i livelli ormonali. La scoperta spiega perché la mancanza di sonno compromette lo sviluppo fisico e apre nuove strade terapeutiche per disturbi metabolici e malattie neurodegenerative.

Il mistero dei circuiti cerebrali svelato

Il gruppo guidato dalla professoressa Yang Dan si è concentrato sull’ipotalamo, regione cerebrale antichissima che regola gli equilibri ormonali. Xinlu Ding, primo autore dello studio pubblicato su Cell, racconta che il team ha registrato l’attività neurale nei topi osservando direttamente cosa accade nei circuiti. Sono stati individuati due tipi di neuroni chiave: quelli che producono GHRH (che stimola il rilascio dell’ormone della crescita) e quelli che secernono somatostatina (che lo inibisce). Con elettrodi impiantati e stimolazioni luminose, i ricercatori hanno mappato queste reti durante le fasi di sonno e veglia.

Il sonno e l’ormone della crescita formano un sistema strettamente equilibrato

I risultati hanno mostrato comportamenti opposti nelle diverse fasi del sonno. Durante la fase REM, sia GHRH che somatostatina aumentano insieme, favorendo il rilascio ormonale. Nel sonno non-REM, invece, la somatostatina cala mentre il GHRH cresce moderatamente, creando comunque le condizioni ideali per la produzione dell’ormone. Daniel Silverman, coautore, sottolinea che comprendere questi circuiti potrebbe aprire a nuove terapie ormonali per migliorare il sonno e riequilibrare l’ormone della crescita.

Il paradosso del locus coeruleus

La ricerca ha rivelato anche un meccanismo inaspettato legato al locus coeruleus, piccola struttura del tronco cerebrale coinvolta in attenzione e cognizione. L’ormone della crescita rilasciato di notte stimola gradualmente quest’area, favorendo il risveglio. Ma quando il locus coeruleus diventa ipereccitato, anziché mantenere lo stato di veglia, induce sonnolenza. Esiste quindi un equilibrio delicato: troppo poco sonno riduce l’ormone della crescita, ma un eccesso di ormone può a sua volta disturbare i cicli di veglia.

L’ormone della crescita non influisce solo sullo sviluppo muscolare e scheletrico: Ding sottolinea che può migliorare l’arousal al risveglio, con possibili benefici cognitivi. Questo apre scenari interessanti per malattie come Parkinson e Alzheimer, nelle quali il locus coeruleus è spesso coinvolto. Regolare questa regione tramite l’ormone della crescita potrebbe diventare una nuova strategia terapeutica.

Implicazioni per la salute metabolica

Il legame tra sonno insufficiente e rischi metabolici trova ora una spiegazione concreta. Poiché l’ormone della crescita regola il metabolismo di zuccheri e grassi, la sua riduzione dovuta alla privazione di sonno aumenta i rischi di obesità, diabete e patologie cardiovascolari.

Lo studio, finanziato dall’Howard Hughes Medical Institute, offre quindi una mappa chiara delle connessioni tra sonno e ormoni. Per gli atleti che hanno sempre saputo quanto il riposo sia essenziale, arriva una conferma scientifica: il sonno è parte integrante dell’allenamento, tanto quanto l’esercizio e la nutrizione.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

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