Il telescopio spaziale James Webb “fiuterà” il metano per scoprire segni di vita

Il metano può essere un segno di presenza di vita su lontani esopianeti, ma solo se inserito in un contesto più ampio, in grado di eliminare il rischio di falsi positivi.

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a cura di Alessandro Crea

Se l'atmosfera di un esopianeta contiene metano, la sostanza chimica potrebbe essere un segno di vita, purché le condizioni planetarie soddisfino determinati criteri. I ricercatori dell'Università della California, Santa Cruz, hanno ora stabilito un quadro per queste condizioni per guidare gli scienziati che valutano i mondi alieni. Nel caso di un piccolo pianeta roccioso in orbita attorno a una stella come il nostro sole, i ricercatori hanno scoperto che il metano atmosferico ha maggiori probabilità di essere una biofirma (un segno che indica la vita passata o presente) se il pianeta soddisfa tre condizioni: se c'è anche anidride carbonica atmosferica, se l'atmosfera ha più metano del monossido di carbonio, e se il pianeta non è ricco di acqua.

"Una molecola non ti darà la risposta: devi prendere in considerazione l'intero contesto del pianeta", ha detto in una dichiarazione l'autrice principale Maggie Thompson, una studentessa laureata presso l'U.C. Santa Cruz. "Il metano è un pezzo del puzzle, ma per determinare se c'è vita su un pianeta bisogna considerare la sua geochimica, come interagisce con la sua stella e i molti processi che possono influenzare l'atmosfera di un pianeta su scale temporali geologiche".

Anche se il metano è stato a lungo considerato una potenziale biofirma, ci sono dunque una serie di processi non biologici che possono produrre il gas, dalle eruzioni vulcaniche agli impatti di asteroidi. Così i ricercatori dell'U.C Santa Cruz si sono anche concentrati sulla riduzione della probabilità di falsi positivi quando identificano il metano atmosferico come biofirma.

Ad esempio, il degassamento dai vulcani non solo aggiungerebbe metano all'atmosfera, ma anche monossido di carbonio, mentre la creazione biologica di metano probabilmente consumerebbe monossido di carbonio. Pertanto, se un'atmosfera ha sia grandi quantità di metano che monossido di carbonio, il metano non è probabilmente una biofirma.

Mentre il James Webb Space Telescope della NASA prende vita quest'estate, sarà in grado di studiare il metano atmosferico in modo più dettagliato rispetto ad altre potenziali biofirme, da qui l'interesse degli scienziati per la nuova analisi. Ma i ricercatori avvertono che i dati reali sui pianeti reali possono ancora porre enigmi.