La Russia potrebbe lasciare il programma della Stazione Spaziale Internazionale

Il capo dell'agenzia spaziale federale russa Roscosmos, Dmitry Rogozin, ha dichiarato che la Russia potrebbe lasciare il programma dell'ISS a seguito delle sanzioni seguite all’invasione ucraina.

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a cura di Alessandro Crea

La Russia ha ancora una volta minacciato di porre fine alla sua cooperazione con l'Occidente sul programma della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Dmitry Rogozin, il capo dell'agenzia spaziale federale russa Roscosmos, ha denunciato le sanzioni imposte da Stati Uniti, Giappone, Canada e Unione Europea – gli altri partner della ISS – alla sua nazione a causa della sua invasione dell'Ucraina.

"Lo scopo delle sanzioni è quello di uccidere l'economia russa, far precipitare il nostro popolo nella disperazione e nella fame e mettere in ginocchio il nostro paese", ha detto Rogozin via Twitter sabato scorso. "Credo che il ripristino delle normali relazioni tra i partner della Stazione Spaziale Internazionale e altri progetti congiunti sia possibile solo con la revoca completa e incondizionata delle sanzioni illegali", ha aggiunto in un altro tweet.

Rogozin ha anche apparentemente fatto questa o una denuncia simile alle agenzie partner dell'ISS in modo formale il 14 marzo; Sabato, ha pubblicato su Twitter quelle che ha detto essere le risposte di alcuni partner a una lettera di quella data. Ad esempio, Rogozin ha condiviso quella che ha detto essere una lettera del 30 marzo dell'amministratore della NASA Bill Nelson.

"Gli Stati Uniti continuano a sostenere la cooperazione spaziale del governo internazionale, in particolare quelle attività associate al funzionamento della ISS con Russia, Canada, Europa e Giappone", afferma la lettera di Nelson, in parte. "Le nuove ed esistenti misure di controllo delle esportazioni statunitensi continuano a consentire la cooperazione tra Stati Uniti e Russia per garantire operazioni sicure continue della ISS".

I recenti tweet di Rogozin non significano necessariamente che il programma ISS sia in immediato pericolo di dissoluzione; il capo dello spazio russo è una figura arrogante con una storia di dichiarazioni iperboliche.

Ad esempio, il 24 febbraio – il giorno in cui la Russia ha invaso l'Ucraina – Rogozin ha affermato che le sanzioni economiche appena imposte potrebbero "distruggere" la partnership ISS. Ma da allora è stato più o meno business as usual a bordo del laboratorio orbitante. Il 30 marzo, ad esempio, l'astronauta della NASA Mark Vande Hei è tornato sulla Terra in una navicella spaziale russa Soyuz con due cosmonauti. Lo sbarco è avvenuto senza intoppi nonostante le crescenti tensioni geopolitiche.