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Un nuovo rivelatore apre la strada allo studio della materia oscura

Fisici dell’Università di Zurigo hanno sviluppato un sensore superconduttore capace di intercettare particelle più piccole degli elettroni.

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Avatar di Patrizio Coccia

a cura di Patrizio Coccia

Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 11/09/2025 alle 10:46

La notizia in un minuto

  • Un team dell'Università di Zurigo ha sviluppato un rivelatore superconduttore migliorato capace di rilevare particelle di materia oscura con massa inferiore a un decimo di quella dell'elettrone, esplorando per la prima volta territori di massa precedentemente inaccessibili
  • Il dispositivo utilizza microfili superconduttori con geometria planare che perdono istantaneamente superconduttività quando colpiti da fotoni, permettendo di misurare cambiamenti direzionali nel presunto "vento" di materia oscura che attraversa la Terra
  • La tecnologia apre scenari inediti per testare teorie sulla materia oscura che costituisce l'80% della massa cosmica, con piani futuri di installazione in ambienti sotterranei per migliorare ulteriormente la sensibilità

Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.

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La materia oscura rappresenta circa l’80% della massa totale dell’universo, eppure rimane invisibile agli strumenti di rilevazione. Per anni gli scienziati hanno tentato di catturare i fotoni generati dalle sue interazioni con la materia ordinaria, senza risultati concreti. Finora gli esperimenti si sono concentrati su particelle con masse simili a quelle note, ma se fossero più leggere di un elettrone i rivelatori tradizionali a xenon liquido non riuscirebbero a individuarle. Questa limitazione ha lasciato inesplorata un’intera classe di candidati. I tentativi falliti, però, hanno permesso di restringere il campo di ricerca, escludendo interi intervalli di massa e interazione.

Una nuova generazione di sensori

Un team internazionale dell’Università di Zurigo, guidato da Laura Baudis, Titus Neupert, Björn Penning e Andreas Schilling, ha sviluppato una versione potenziata del rivelatore superconduttore di singoli fotoni a nanofili (SNSPD). Questo nuovo dispositivo ha raggiunto una sensibilità pari a un decimo della massa di un elettrone, un progresso tecnologico significativo.

Questa è la prima volta che riusciamo a cercare particelle di materia oscura in un intervallo di massa così basso

Il principio è semplice: quando un fotone colpisce il nanofilo, lo riscalda leggermente facendo perdere la superconduttività per un istante. Il filo diventa un conduttore normale e la variazione di resistenza viene rilevata con estrema precisione.

Ottimizzazioni per la caccia cosmica

Per aumentare l’efficacia del dispositivo, i ricercatori hanno sostituito i nanofili con microfili superconduttori, ampliando la sezione del rivelatore e quindi la probabilità di catturare eventi. Inoltre, la geometria planare sottile conferisce al sistema sensibilità direzionale, caratteristica cruciale se si considera che la Terra attraversa un “vento” di particelle di materia oscura, la cui direzione cambia durante l’anno. Questa funzione aiuta a distinguere i segnali reali da quelli casuali.

Secondo Titus Neupert, ulteriori miglioramenti all’SNSPD potrebbero consentire di spingersi verso masse ancora più piccole. Il prossimo passo sarà installare i rivelatori in laboratori sotterranei, per ridurre al minimo l’interferenza da altre radiazioni. Scendere al di sotto della massa dell’elettrone significa confrontarsi con vincoli astrofisici e cosmologici più stringenti, ma questa tecnologia apre possibilità prima impensabili. Potrebbe essere il primo passo concreto verso la comprensione di uno dei misteri più profondi dell’universo.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

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