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Incendi, il paradosso che minaccia 440 milioni di persone

Le aree bruciate sono diminuite dal 2002, ma l’esposizione umana agli incendi è cresciuta in modo allarmante in tutto il mondo.

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a cura di Patrizio Coccia

Editor

Pubblicato il 02/09/2025 alle 11:18

La notizia in un minuto

  • L'85% dell'esposizione umana agli incendi si verifica in Africa, con cinque paesi (Congo, Sud Sudan, Mozambico, Zambia e Angola) che rappresentano da soli metà del totale mondiale, ridimensionando la percezione occidentale del fenomeno
  • Paradosso globale: mentre la superficie bruciata è diminuita del 26%, l'esposizione umana è aumentata del 40% tra 2002-2021 a causa della crescita demografica in aree ad alto rischio
  • Il cambiamento climatico ha intensificato del 50% le condizioni meteorologiche favorevoli agli incendi, con la California che ha visto quadruplicare la frequenza di incendi ad alto impatto dal 1990
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

I dati raccolti dai ricercatori dell'Università della California a Irvine mostrano una contraddizione che sfida la logica. Pur essendo diminuita del 26% la superficie mondiale bruciata tra il 2002 e il 2021, le persone esposte agli incendi sono aumentate del 40%. La causa principale va ricercata nella crescita demografica e nelle migrazioni verso aree ad alto rischio: in media 382.700 persone l’anno hanno vissuto in prossimità di focolai, per un totale di 7,7 milioni di individui in più rispetto al 2002.

L'Africa protagonista silenziosa

Congo, Sud Sudan, Mozambico, Zambia e Angola concentrano da soli il 50% dell’esposizione mondiale. In confronto, Stati Uniti, Europa e Australia insieme non superano il 2,5%. La sproporzione rivela quanto la narrativa occidentale distorca il fenomeno, ignorando che circa 440 milioni di persone – pari alla popolazione dell’UE – abbiano visto le fiamme minacciare direttamente la propria abitazione nel periodo analizzato.

Cinque paesi africani da soli rappresentano metà dell'esposizione globale agli incendi

Se l’Africa domina per numeri assoluti, le Americhe spiccano per l’intensificazione degli incendi. Il cambiamento climatico sta moltiplicando le condizioni di fire weather – alte temperature, bassa umidità e venti intensi – cresciute del 50% negli ultimi quattro decenni. In California la frequenza di eventi ad alto impatto è quadruplicata tra il 1990 e il 2022: qui si concentra il 72% dell’esposizione umana statunitense, pur rappresentando solo il 15% della superficie bruciata.

Europa e Oceania controtendenza

Non tutto il mondo segue però la stessa direzione. Europa e Oceania mostrano una tendenza opposta, con una diminuzione dell'esposizione agli incendi legata principalmente ai movimenti demografici dalle aree rurali verso i centri urbani. Questo fenomeno dimostra come fattori sociali ed ambientali si combinino nel determinare il livello di rischio per le popolazioni.

Lo studio evidenzia l’urgenza di sviluppare misure di mitigazione per proteggere le comunità più vulnerabili, spesso ignorate a livello internazionale. Le soluzioni vanno dalla gestione controllata della vegetazione all’educazione pubblica, fino a interventi ingegneristici contro gli incendi di origine umana. Come conclude AghaKouchak, “mentre il cambiamento climatico intensifica le condizioni favorevoli e le popolazioni crescono in zone ad alto rischio, la mitigazione proattiva sarà sempre più cruciale per ridurre i disastri futuri”.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

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