Rinvenuti a Pompei degli straordinari resti umani

Nella necropoli di Porta Sarno, ad est dell'antico centro urbano di Pompei, sono stati rinvenuti, in un'antica sepoltura, alcuni resti umani mummificati

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a cura di Marco Valle

Nella necropoli di Porta Sarno, ad est dell'antico centro urbano di Pompei, sono stati recentemente rinvenuti, in un'antica sepoltura, alcuni resti umani mummificati, comprendenti anche capelli in ottimo stato di conservazione. Secondo l'iscrizione presente sulla lastra marmorea del frontone della tomba, i resti sarebbero appartenuti a un certo Marco Venerio Secundio. Il ritrovamento è l'ultimo avvenuto nella zona di Porta Sarno, durante una campagna di scavi promossa dal Parco Archeologico di Pompei, in collaborazione con l'Università Europea di Valencia.

La struttura sepolcrale, risalente agli ultimi decenni di vita della cittadina prima della catastrofica eruzione del Vesuvio nel 79 d. C. , è formata da una sorta di recinto in muratura, sulla cui facciata si possono osservare tracce delle decorazioni dipinte, frammenti di raffigurazioni di piante verdi su sfondo azzurro. Marco Venerio Secundio, citato anche nelle tavolette cerate del banchiere pompeiano Cecilio Giocondo, proprietario dell'omonima domus in via Vesuvio, era in origine uno schiavo, impiegato come custode al tempio di Venere che, una volta riguadagnata la libertà, riuscì a raggiungere uno status sociale ed economico piuttosto elevato, come dimostrato anche dalla sua sepoltura e dall'epigrafe incisa che lo identificherebbe come come Augustale, ovvero membro del collegio dei sacerdoti dediti al Culto Imperiale.

Lo scheletro di Marco Venerio Secundio è uno dei resti umani meglio conservati tra quelli rinvenuti nell'aerea cittadina di Pompei. Il corpo è stato sepolto in una cella delle dimensioni di 1,6 x 2,4 metri, posizionata dietro alla facciata principale. Nella restante parte della struttura funebre, sono stati rinvenuti anche i resti di due cremazioni, con tanto di urne cinerarie, una delle quali apparteneva a una donna di nome Novia Amabilis.

La sepoltura di Marco Venerio risulta piuttosto insolita, anche per via del rito funebre adottato, considerando che si trattava di un uomo adulto di oltre 60 anni, come stabilito da una prima analisi delle ossa rinvenute nella camera funeraria. Le caratteristiche della camera sepolcrale, che consisteva in un ambiente ermeticamente chiuso, hanno creato le condizioni ideali per far si che la salma potesse arrivare a noi in un'eccezionale stato di conservazione, con i capelli e un orecchio ancora visibili. Sono stati inoltre recuperati corredi funerari, tra cui due contenitori di vetro destinati a contenere unguenti e numerosi frammenti di tessuto.

Il professor Llorenc Alapont dell'Università di Valencia., spiega che bisogna ancora capire esattamente se la mummificazione parziale del defunto, fosse causata soltanto da cause naturali e se fosse anche il risultato di un trattamento apposito. L'analisi del tessuto rinvenuto potrebbe aiutare a dare una risposta a questo interrogativo, in quanto potrebbe conservare ancora tracce di sostanze usate durante i processi di imbalsamazione.

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