Rivelata l'età della massiccia stella della Croce del Sud

Un team internazionale di astronomi provenienti da Australia, Stati Uniti ed Europa ha sbloccato per la prima volta la struttura interna di Beta Crucis, una stella gigante blu brillante che compare sulle bandiere di Australia, Brasile, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea e Samoa.

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a cura di Alessandro Crea

Con un approccio completamente nuovo, un team internazionale guidato dal Dr. Daniel Cotton, dell'Australian National University (ANU) e del Monterey Institute for Research in Astronomy negli Stati Uniti, ha scoperto che la stella Beta Crucis, parte della Croce del Sud, è 14,5 volte più massiccia del Sole e con un'età di 11 milioni di anni, rendendola la stella più pesante, con un'età determinata, studiata fino ad ora sempre. I risultati forniranno nuovi dettagli su come le stelle vivono e muoiono e su come influenzano l'evoluzione chimica della Galassia.

Per decifrare l'età e la massa della stella, il team di ricerca ha combinato l'astrosismologia, lo studio dei movimenti regolari di una stella e del suo spettro, con la polarimetria, la misurazione dell'orientamento delle onde luminose.

L'astrosismologia si basa su onde sismiche che rimbalzano all'interno di una stella e producono cambiamenti misurabili nella sua luce. Sondare l'interno di stelle pesanti che in seguito esploderanno come supernove è stato tradizionalmente difficile. L'idea che l'interno delle stelle massicce fosse conoscibile attraverso la polarimetria era un'idea nata nel 1979 e mai attuata.

Lo studio di Beta Crucis, noto anche come Mimosa, combina tre diversi tipi di misurazioni della sua luce: misurazioni spaziali dell'intensità luminosa dai satelliti WIRE e TESS della NASA, 13 anni di spettroscopia ad alta risoluzione a terra dall'European Southern Observatory e polarimetria a terra raccolta dal Siding Spring Observatory e dal Penrith Observatory della Western Sydney University.

"È stata una circostanza fortunata quella in cui abbiamo potuto usare il polarimetro astronomico più preciso al mondo, per fare così tante osservazioni di Mimosa, al telescopio anglo-australiano, nel mentre anche TESS stava osservando la stella", ha spiegato il secondo autore, il professor Derek Buzasi della Florida Gulf Coast University.

"L'analisi dei tre tipi di dati, raccolti in un lungo lasso di tempo, messi assieme ci ha permesso di identificare Mimosa. Questo ha aperto la strada alla pesatura e alla datazione della stella usando metodi sismici". Il professor Conny Aerts della KU Leuven ha dichiarato che "questo studio polarimetrico di Mimosa apre una nuova strada per l'astrosismologia delle stelle massicce luminose. Mentre queste stelle sono le fabbriche chimiche più produttive della nostra galassia, sono state finora le meno analizzate, dato il grado di difficoltà di tali studi".