Rocce vetrose in Cile create dallo schianto di un antico meteorite?

Secondo uno studio condotto da ricercatori della Brown University a creare un'estensione di 75 km di rocce vetrose nel deserto cileno potrebbe essere stata l'esplosione di un antico meteorite.

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a cura di Alessandro Crea

Circa 12.000 anni fa, qualcosa ha bruciato una vasta fascia del deserto di Atacama in Cile con un calore così intenso da trasformare il terreno sabbioso in lastre diffuse di vetro silicato. Ora, un gruppo di ricerca che ne studia la distribuzione e la composizione è giunto a una conclusione su ciò che potrebbe averle causate.

In uno studio pubblicato sulla rivista Geology, i ricercatori dimostrano che i campioni del vetro del deserto contengono minuscoli frammenti con minerali che si trovano spesso in rocce di origine extraterrestre. Questi minerali corrispondono strettamente alla composizione del materiale restituito alla Terra dalla missione Stardust della NASA, che ha campionato le particelle da una cometa chiamata Wild 2. Il team conclude che quegli assemblaggi minerali sono probabilmente i resti di un oggetto extraterrestre – molto probabilmente una cometa con una composizione simile a Wild 2 – che è fluito verso il basso dopo l'esplosione che ha fuso la superficie sabbiosa sottostante.

"Questa è la prima volta che abbiamo prove evidenti di occhiali sulla Terra che sono stati creati dalla radiazione termica e dai venti di una palla di fuoco che esplodono appena sopra la superficie", ha detto Pete Schultz, professore emerito del Dipartimento di Scienze della Terra, Ambientali e Planetarie della Brown University. "Avere un effetto così drammatico su un'area così vasta, questa è stata un'esplosione davvero massiccia. Molti di noi hanno visto palle di fuoco bolide strisciare attraverso il cielo, ma quelli sono piccoli blip rispetto a questo. "

L'analisi ha anche rivelato assemblaggi di minerali esotici trovati solo in meteoriti e altre rocce extraterrestri. Minerali specifici come cubanite, troilite e inclusioni ricche di calcio-alluminio corrispondevano alle firme minerali dei campioni di comete recuperati dalla missione Stardust della NASA.

Schultz e il suo team sperano che ulteriori ricerche possano aiutare a limitare i tempi e far luce sulle dimensioni dell'impatto e del meteorite stesso. Per ora, Schultz spera che questo studio possa aiutare i ricercatori a identificare siti di esplosione simili altrove e rivelare il potenziale rischio rappresentato da tali eventi.