Vita su Marte, due rocce raccolte da Perseverance mostrano segni di contatto con l'acqua

Due campioni di roccia prelevati dal rover NASA Perseverance su Marte e che presentano segni di contatto prolungato con l'acqua riaccendono il dibattito sull'eventuale presenza di vita sul Pianeta Rosso, almeno in tempi remoti.

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a cura di Alessandro Crea

Il rover Perseverance Mars della NASA ha raccolto due campioni di roccia, con segni che sono stati in contatto con l'acqua per un lungo periodo di tempo, riaccendendo così il dibattito sulla presenza di vita sul Pianeta Rosso, almeno in tempi remoti. "Sembra che le nostre prime rocce rivelino un ambiente potenzialmente abitabile", ha detto Ken Farley, scienziato del progetto per la missione, in una dichiarazione della scorsa settimana.

Il robot a sei ruote della NASA ha raccolto il suo primo campione, soprannominato "Montdenier" il 6 settembre, e il secondo, "Montagnac" dalla stessa roccia l'8 settembre. Entrambi i campioni, leggermente più larghi di una matita di diametro e lunghi circa sei centimetri, sono ora conservati in tubi sigillati all'interno del rover. Un primo tentativo di raccogliere un campione all'inizio di agosto è fallito dopo che la roccia si rivelò troppo friabile per resistere al trapano di Perseverance.

Il rover ha operato in una regione nota come Jezero Crater, appena a nord dell'equatore e sede di un lago 3,5 miliardi di anni fa, quando le condizioni su Marte erano molto più calde e umide di oggi. La roccia che ha fornito i primi campioni è risultata essere di composizione basaltica e probabilmente il prodotto di colate laviche.

Le rocce vulcaniche contengono minerali cristallini che sono utili nella datazione radiometrica. Questo a sua volta potrebbe aiutare gli scienziati a costruire un quadro della storia geologica dell'area, come quando si è formato il cratere, quando il lago è apparso e scomparso e come il clima è cambiato nel tempo. "Una cosa interessante di queste rocce è che mostrano segni di interazione sostenuta con le acque sotterranee", ha detto la geologa della NASA Katie Stack Morgan in una conferenza stampa.

Gli scienziati sapevano già che il cratere ospitava un lago, ma non potevano escludere la possibilità che fosse stato un "fuoco di paglia" con acque alluvionali che riempivano il cratere per un minimo di 50 anni. Ora invece sono più certi che le acque sotterranee fossero presenti da molto più tempo.

"Se queste rocce hanno sperimentato l'acqua per lunghi periodi di tempo, potrebbero esserci nicchie abitabili all'interno di queste rocce che potrebbero aver supportato l'antica vita microbica", ha aggiunto Stack Morgan. La NASA spera di riportare i campioni sulla Terra per un'analisi di laboratorio approfondita in una missione congiunta con l'Agenzia spaziale europea nel 2030.