La terra trema nuovamente sull'isola di Flores, dove il vulcano Lewotobi Laki-laki ha ripreso la sua attività eruttiva con una violenza che non si vedeva da settimane. Le colonne di cenere e gas che si innalzano verso il cielo raggiungono altezze impressionanti, costringendo migliaia di persone ad abbandonare le proprie case per la seconda volta in meno di un mese. Il fenomeno geologico rappresenta un nuovo capitolo di una storia che si ripete ciclicamente in Indonesia, paese che convive quotidianamente con la forza della natura.
Un gigante di fuoco che tocca il cielo
Lunedì mattina alle 11:05 ora locale, il vulcano ha lanciato una colonna di cenere vulcanica alta ben 18 chilometri nel cielo, la più imponente registrata dal mese di novembre. Muhammad Wafid, responsabile dell'agenzia geologica nazionale, ha sottolineato come "un'eruzione di tali dimensioni comporti certamente un potenziale di pericolo più elevato, incluso il suo impatto sull'aviazione". Il boato assordante che ha accompagnato l'esplosione ha fatto tremare le finestre dei villaggi circostanti, mentre una pioggia di cenere iniziava a ricoprire la vegetazione tropicale.
L'attività eruttiva non si è limitata a un singolo episodio. Il vulcano ha dato spettacolo per una seconda volta alle 19:30, lanciando materiale incandescente fino a 13 chilometri di altezza, seguito da una terza eruzione all'alba di martedì, questa volta con intensità ridotta. I video diffusi durante la notte mostrano fiumi di lava rosseggiante che sgorgano dalle cime gemelle, mentre auto e autobus trasportano via le famiglie in fuga.
L'emergenza umanitaria nei villaggi
Più di 4.000 persone hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni, secondo l'agenzia locale di gestione dei disastri. Le autorità hanno esteso la zona di esclusione a un raggio di 7 chilometri dal cratere centrale, lanciando anche l'allerta per possibili colate di fango vulcanico in caso di piogge intense. Chi ha scelto di rimanere si trova ora ad affrontare una situazione critica per quanto riguarda le risorse di base.
Paulus Sony Sang Tukan, che guida il villaggio di Pululera a circa 8 chilometri dal vulcano, descrive una realtà preoccupante: "Mentre l'eruzione continua, con diverse esplosioni secondarie e nuvole di cenere che si spostano verso ovest e nord, le comunità colpite che non sono state trasferite richiedono sforzi di risposta d'emergenza mirati". La questione idrica rappresenta una delle preoccupazioni principali, dato che l'intera area è stata sepolta da uno spesso strato di cenere vulcanica.
Quando la geologia incontra il turismo
Le conseguenze dell'eruzione si sono fatte sentire ben oltre i confini dell'isola di Flores. Almeno 24 voli da e per la vicina isola di Bali, rinomata destinazione turistica, sono stati cancellati lunedì, anche se alcuni collegamenti sono ripresi il giorno successivo. La cenere vulcanica rappresenta infatti un nemico invisibile ma letale per i motori degli aerei, costringendo le compagnie aeree a sospendere i voli in via precauzionale.
Il Monte Lewotobi Laki-laki, il cui nome significa "uomo" in indonesiano, condivide il territorio con la sua "compagna" Perempuan ("donna"), un vulcano più alto ma meno attivo che raggiunge i 1.703 metri. Questa coppia vulcanica rappresenta uno dei tanti esempi della geologia drammatica dell'Indonesia, situata sull'anello di fuoco del Pacifico dove le placche tettoniche si scontrano generando frequenti attività vulcaniche e terremoti.
Una convivenza pericolosa ma inevitabile
Il vulcano ha mostrato segni di attività per tutto il 2024, fortunatamente senza vittime finora. Tuttavia, la memoria collettiva conserva ancora il ricordo della violenta eruzione del novembre scorso, che causò almeno dieci morti e costrinse migliaia di persone alla fuga. Per gli abitanti di Flores, convivere con questa montagna di fuoco significa accettare un rischio calcolato, bilanciando la fertilità dei suoli vulcanici con la costante minaccia di nuove eruzioni.
Le autorità mantengono il livello di allerta massimo implementato già tre settimane fa, quando il vulcano aveva dato i primi segnali di risveglio. La sorveglianza costante e i sistemi di evacuazione rappresentano l'unica difesa possibile contro una forza della natura che, in questa parte del mondo, detta ancora le regole del gioco tra uomo e ambiente.