5G, la nostra prova sul campo: grandi potenzialità, ma c'è tanto da lavorare

In occasione del Tech Summit 2018 di Qualcomm, abbiamo provato concretamente una rete 5G attraverso un Moto Z3 appositamente configurato.

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a cura di Saverio Alloggio

Abbiamo avuto modo di provare una rete 5G concretamente funzionante. In occasione dello Snapdragon Tech Summit di Qualcomm - in corso di svolgimento alle Hawaii - i due operatori telefonici americani AT&T e Verizon hanno allestito una connessione funzionante, grazie anche al supporto dell'azienda di San Diego e di Ericsson. L'esperienza con questo nuovo standard è stata, di fatto, a due volti: da una parte una serie di applicazioni, nella vita reale, oggi inimmaginabili con il 4G; dall'altra parte delle performance in termini di velocità al di sotto delle aspettative.

Innanzitutto, per poter accedere alla rete 5G, occorre un dispositivo (in questo caso uno smartphone) in grado di supportarla. Quello che vedete ritratto nelle immagini è un Moto Z3 di Lenovo che, tra le sue caratteristiche, ha quella di supportare dei moduli (i Moto Mods) che, attraverso un aggancio magnetico, aggiungono funzionalità di vario tipo.

Sfruttando questa possibilità, Lenovo ha creato un modulo che consente al Moto Z3 di potersi connettere alla rete 5G. Ve ne abbiamo già parlato in un precedente articolo, si tratta di un componente che sfrutta il modem Snapdragon X50 di Qualcomm e che sarà regolarmente commercializzato negli Stati Uniti a inizio del 2019. Insomma, un vero e proprio smartphone con 5G opzionale.

Gli speed test a cui abbiamo assistito - effettuati appunto con un Moto Z3 così configurato - hanno evidenziato delle performance del 5G non propriamente incoraggianti, almeno allo stato attuale. Parliamo di 7/8 secondi per poter scaricare un pacchetto dati di circa 250 Megabyte, che diventano 19/20 secondi salendo a 1 Gigabyte. Con simili prestazioni saremmo di fronte a una rete non così lontana dall'attuale LTE-A.

Era certamente lecito attendersi di più da quello che, di fatto, è stato il primo vero test del 5G al di fuori dei centri di ricerca e sviluppo. Anche perché, i due operatori coinvolti operano in un mercato in cui l'arrivo del nuovo standard di rete, a livello commerciale, è previsto già a inizio del 2019. Negli Stati Uniti infatti sono già state individuate delle città pilota che nelle prime settimane del prossimo anno potranno beneficiare del nuovo standard di rete.

Segno evidente di come, al di là dei proclami, ci vorrà ancora del tempo prima che il 5G possa concretamente diffondersi su larga scala, ancora di più in Europa. Bisogna ricordare comunque come i test in questione siano stati effettuati comunque in condizioni particolari. Qualcomm ha infatti sottolineato come la rete sia stata approntata in pochissimi giorni, sfruttando peraltro una piccola porzione di spettro sulla banda dei 39 GHz. Insomma, per intenderci, non saranno certamente queste le prestazioni finali del nuovo standard di rete.

Tutto questo però non ha impedito a Qualcomm e agli operatori di dimostrare le enormi potenzialità del 5G. Le applicazioni che abbiamo avuto modo di osservare in prima persona sono legate soprattutto all'intrattenimento attraverso gli smartphone. Grazie al nuovo standard di rete sarà infatti possibile spostare su server esterni l'elaborazione di determinati servizi, consentendo dunque un enorme risparmio di risorse in relazione ai dispositivi mobili, migliorando nettamente al tempo stesso la fruizione dei contenuti.

L'esempio lampante l'abbiamo avuto con Google Lens. In un banco di prova messo a punto da Qualcomm, la capacità di elaborazione delle immagini in tempo reale attraverso il 5G si è mostrata enormemente più efficiente rispetto al 4G, grazie soprattutto alla bassissima latenza. Questo potrebbe aprire a una serie di "use case" nella vita reale: pensiamo alle visite turistiche virtuali sfruttando i visori VR e AR, oppure alla visione di video Ultra-HD e 8K in mobilità, tutto senza impattare troppo sulle risorse di sistema degli smartphone.

L'azienda statunitense ha inoltre riposto particolare attenzione al gaming sui dispositivi mobili. L'abbinamento tra rete 5G e Wi-Fi a 60 GHz, garantito appunto dal nuovo Snapdragon 855, consentirà di andare concretamente incontro alle esigenze dei videogiocatori, considerando come il gaming si sia ormai spostato sulle sfide online. Stiamo lavorando a un approfondimento in questo senso.

È stato ripetuto più volte, quasi come un mantra: il passaggio dal 4G al 5G sarà una rivoluzione molto più grande rispetto all'evoluzione dal 3G al 4G. Un vero e proprio cambiamento sistemico dello standard di rete, che vedrà ancora gli smartphone grandi protagonisti, con l'attenzione che probabilmente si sposterà ancora di più sui servizi più che sui nuovi dispositivi.

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