Anche Alitalia blocca il Note 7, illegale sui voli USA

Mentre prosegue il ritiro del Galaxy Note 7, le autorità statunitensi dichiarano illegale la sua presenza a bordo degli aerei, e tra le prima compagnie ad adeguarsi c'è Alitalia. Nel frattempo si viene a sapere che Samsung è tra quelle aziende che usano un laboratorio interno per ottenere le certificazioni.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Portare un Galaxy Note 7 su un areo adesso è illegale negli Stati Uniti. Lo ha deciso la Federal Aviation Administration (FAA), l'autorità per il volo statunitense. Il divieto è operativo dal 15 ottobre, e i trasgressori rischiano una multa fino a 180.000 dollari, oltre che di restare a terra.

L'italiana Alitalia ha fatto immediatamente seguito all'ordinanza, proibendo il dispositivo a bordo di tutti i suoi voli. Finora era proibito averlo nel bagaglio da stiva, mentre da ora non è più possibile portarlo sull'aereo. Non è chiaro se la compagnia di bandiera applicherà il divieto solo ai voli da e per gli USA oppure, più probabile, su tutti gli aerei.

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Nel nostro paese comunque non sono molti i consumatori che avranno problemi da questa proibizione. I Note 7 sul territorio italiano sono infatti meno di 2.000, ha detto il dirigente Samsung Carlo Barlocco a Il Fatto Quotidiano, aggiungendo che "entro la prossima settimana (questa, NdR) ritireremo tutti i dispositivi". Secondo Barlocco l'operazione sta costando a Samsung 5 miliardi di euro in profitti mancati - per il momento l'azienda ha ammesso costi e perdite per 2,5 miliardi.

galaxy note 7 fuoco 01

Nel frattempo emerge anche un altro dettaglio: il Wall Street Journal rivela che Samsung testa le batterie in laboratori interni, mentre la maggior parte delle aziende si affida a uno esterno. In entrambi i casi dev'essere presente personale autorizzato a rilasciare certificazione CTIA richiesta per il mercato USA. Un portavoce dell'azienda ha sottolineato che i test non hanno fatto emergere alcun problema, nel dispositivo originale o nella versione rivista.

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Samsung non è l'unica. Lenovo (Motorola) e Microsoft hanno anch'esse laboratori interni con personale autorizzato, ma entrambi saranno presto chiusi perché CTIA ha deciso di eliminare questa possibilità. Lenovo continuerà a usare un laboratorio interno, e si affiderà a terze parti per la certificazione. Microsoft non ha rilasciato commenti. Tom Sawanobori, chief technology officer per CTIA, afferma come questo sia il primo caso del genere. "Abbiamo certificato più di 1.500 batterie", ha detto, "questa è la prima volta che abbiamo un problema".

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Secondo Eddie Forouzan del comitato IEEE parte del problema sta proprio nell'uso di laboratorio interni all'azienda, una pratica che la CTIA sta abbandonando. Se l'azienda ha un proprio laboratorio con personale che può rilasciare la certificazione, infatti, secondo Forouzan ci sono le basi per un potenziale conflitto d'interessi. Per John Copelan, che ha lavorato nel laboratorio di Motorola, si tratta invece di una cosa normale, utile per proteggere i segreti industriali; il presidente della IEEE Jason Howard è d'accordo, e aggiunge che così facendo un'azienda può arrivare più velocemente sul mercato.  

Intanto il governo sudcoreano ha deciso di aprire una propria indagine sulla vicenda, che si aggiunge a quella interna gestita dalla stessa Samsung. Se ne occuperà il Korea Testing Laboratory (KTL), a cui sono Samsung ha già consegnato alcuni campioni. Quella più interessata a far luce sull'accaduto è sicuramente la stessa Samsung: a febbraio l'azienda dovrebbe presentare il Galaxy S8, e di certo non vuole arrivare a un appuntamento così importante senza prima aver chiuso la questione Note 7.