Android, gli aggiornamenti delle patch di sicurezza diventano obbligatori per 2 anni

La notizia arriva da un report di The Verge, che è entrata in possesso di un documento confidenziale. Google si prepara dunque a un giro vite in termini di sicurezza su Android.

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a cura di Christian Mazza

Google ha siglato accordi che obbligano i produttori di smartphone Android a rilasciare aggiornamenti di sicurezza costanti in un lasso di tempo di due anni. È quanto emerge da un report realizzato dalla nota testata The Verge, che è entrata in possesso di un documento confidenziale. Il colosso di Mountain View avrebbe specificato che durante il primo anno dovranno essere rilasciati quattro patch di sicurezza, dal secondo anno, invece, non vi è indicato un numero specifico ma vi è una clausola che va a confermare l'obbligatorietà.

David Kleidermacher, responsabile della sicurezza Android di Google, ha rilasciato importanti dichiarazioni in merito proprio all'inizio di quest'anno durante un talk su Google I/O. Nel corso dell'intervista in qustione, il dirigente ha specificato che vi sono delle clausole precise a regolare gli accordi con i produttori, condizioni che porterebbero a rispettare il rilascio di aggiornamenti di sicurezza e di conseguenza la loro regolarità.

Scendendo ancor di più nel particolare, i termini degli accordi vanno applicati a tutti i dispositivi lanciati dopo il 31 gennaio del 2018 e attivati da un minimo di 100.000 utenti. Le condizioni, stando ai dati raccolti a luglio di quest'anno, sarebbero state rispettate dal 75% dei dispositivi. A partire da gennaio 2019, Google mostrerà maggiore intransigenza, assicurandosi che la totalità dei prodotti rispetti le condizioni.

Ulteriori dettagli sull'accordo siglato dal colosso americano: ogni produttore deve assicurare la protezione totale da vulnerabilità riscontrate 90 giorni prima. Questo significa che gli stessi produttori hanno una finestra temporale di 3 mesi per porre rimedio a qualsiasi problema di sicurezza. Il tutto verrà applicato anche ai nuovi modelli, con smartphone che non potrebbero essere venduti in caso di irregolarità o vulnerabilità non risolte. Nel caso in cui un produttore non riuscisse a tenere il passo degli update di sicurezza, Google avrebbe tutto il diritto di non certificare i dispositivi di quella specifica azienda.

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