Android L umilia KitKat sulla durata della batteria, primi test

Un test preliminare su Android L evidenzia i grandi miglioramenti sul consumo energetico rispetto ad Android 4.4 KitKat.

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a cura di Manolo De Agostini

Aumentare l'autonomia degli smartphone e dei tablet è un imperativo per tutte le aziende del settore. È un aspetto molto importante per la stragrande maggioranza dei consumatori. La presentazione di Android L, la scorsa settimana, ha portato buone notizie sotto questo aspetto.

Project Volta racchiude l'impegno a tutto campo di Google verso i bassi consumi: Volta tiene d'occhio le attività e ci permette di gestire con maggiore precisione le applicazioni e i loro consumi. Non solo, ci sono anche API ed SDK per gli sviluppatori, che potranno creare applicazioni più attente ai consumi e più facili da gestire.

Per verificare le affermazioni di Google Ars Technica ha messo a confronto Android 4.4.4 e Android L, installati su un Nexus 5. "Abbiamo tenuto lo schermo acceso e caricato automaticamente pagine web tramite Wi-Fi a distanza di 15 secondi fino alla morte della batteria. Per ogni sessione la luminosità è stata impostata a 200 cd/m2". Il risultato è stato più che buono, ottimo: il Nexus 5 con Android L è rimasto acceso 2 ore in più, con una differenza del 36% su KitKat.

La strada sembra quindi quella giusta, senza contare che la nuova versione ha anche una funzione di risparmio energetico che riduce le prestazioni del dispositivo, la raccolta di dati in background e la luminosità quando il dispositivo arriva al 15 percento della batteria. Tale funzione non è stata attivata nei test di Ars Technica, quindi si può presupporre che la differenza sia ancora più marcata. 

Android L integra la nuova API JobScheduler, che permette al sistema operativo di unire le richieste di poco conto delle applicazioni per svolgerle successivamente. Inoltre il SO agirà in modo più intelligente, rilevando l'assenza di copertura e rimandando attività che contemplino attività di rete. Poi c'è il passaggio da Dalvik ad ART (Android Runtime), che compila le applicazioni una volta anziché ogni volta che vengono avviate. Insomma, anche in questo caso meno calcoli e consumi.

E queste rappresentano solo alcune delle novità, piccole e grandi, che dovrebbero migliorare notevolmente la situazione e fare di Android L un aggiornamento in grado di colpire tanto gli esteti quanto i geek. In attesa che si passi dalla Developer Preview alla versione finale, prevista per l'autunno, i test fanno sperare per il meglio. Incrociamo le dita.