Androidiano quando dormi cedi alla Scienza la tua potenza

BOINC è la nuova app Android che consente di donare la capacità di calcolo degli smartphone per la ricerca scientifica.

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a cura di Pino Bruno

Ricordate il progetto SETI Home? È un esperimento scientifico promosso dall'Università della California in collaborazione con National Science Foundation e NASA. Utilizza i computer connessi a Internet per la Ricerca di Intelligenze Extraterrestri e si sottoscrive installando un programma gratuito che scarica e analizza i dati raccolti dai radio telescopi. Vi partecipano tre milioni di volontari, che cedono alla Scienza un po' della potenza di calcolo dei loro PC. Adesso anche gli utenti di smartphone Android possono contribuire alla ricerca in ogni campo del sapere, dalla medicina all'astrofisica.

L'Università della California e IBM hanno infatti creato l'applicazione mobile BOINC (Berkeley Open Infrastructure for Network Computing) che permette di "donare" capacità di calcolo dei dispositivi. La app è disponibile su Google Play e funziona sulle versioni Android 2.3 o successive. Entro la fine di agosto ci sarà anche la versione per iPhone e iPad.

Anche gli smartphone Android possono contribuire alla scienza

L'approccio è quanto mai discreto e rispettoso delle esigenze degli utenti. BOINC infatti cede potenza solo quando il dispositivo è collegato alla rete Wi-Fi, è in modalità di ricarica e la batteria è almeno al 95 per cento. Le impostazioni predefinite possono essere modificate dagli utenti. Dunque, nessuna brutta sorpresa sull'abbonamento telefonico.

A pochi giorni dal suo lancio, l'applicazione partecipa già a cinquanta progetti di ricerca scientifica in tutto il mondo. Dice il creatore di BOINC, David Anderson, ricercatore dello Space Sciences Laboratory di Berkeley, che ci sono in giro circa un miliardo di dispositivi Android e che "la loro potenza di calcolo totale supera quella dei più grandi super computer convenzionali". BOINC permette agli scienziati di sfruttare la potenza inutilizzata per analizzare dati o eseguire simulazioni che normalmente richiederebbero macchine dal costo proibitivo. Non è per caso che lo sviluppo dell'applicazione sia stato finanziato dal Max Planck Institute, dalla National Science Foundation e da Google, mentre IBM ha progettato l'interfaccia e organizzato il beta testing.

L'app è già disponibile nel Play Store

Perché ricorrere ai dispositivi mobili? Il conto è presto fatto: i consumatori stanno comprando sempre meno PC e più smartphone e tablet, che hanno microprocessori sempre più potenti. Oggi uno smartphone di fascia alta è in grado di fare circa 1,5 miliardi di operazioni numeriche al secondo, dice David Anderson. Cioè il 20-25 percento della potenza di calcolo di un moderno PC, e la percentuale è in costante aumento.

BOINC ha anche un risvolto italiano: Boinc.Italy, sviluppato dal gruppo di Modellistica Molecolare dell'Università degli Studi di Milano. In questo caso si focalizza sul fenomeno dell'osmoprotezione e i risultati saranno rilevanti nell'ambito dell'agricoltura.

Grazie a BOINC possiamo tutti dare il nostro contributo alla ricerca. Forse il crowdsourcing sarà la più grande scoperta scientifica di tutti i tempi.