App obsolete, ecco perché un terzo del Play Store potrebbe scomparire

A partire da novembre Google inizierà a nascondere agli utenti le app più obsolete: ecco cosa succederà e quante saranno le app a rischio.

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a cura di Francesca Fenaroli

A partire da novembre Google inizierà a nascondere agli utenti le app più obsolete, come parte dell'impegno per garantire una sempre maggiore privacy e sicurezza all'interno del Play Store.  Questo provvedimento interesserà quasi 900mila applicazioni, un numero equivalente a quasi un terzo del totale.

A dare una fotografia precisa del fenomeno, che interessa non solo il Google Play Store ma anche l'App Store di Apple, è l'ultimo report degli analisti di Pixalate relativo al primo trimestre (Q1) del 2022.

Il numero di applicazioni considerate abbandonate, ovvero che non hanno ricevuto aggiornamenti nel corso degli ultimi due anni, ammonta a 1,5 milioni, mentre sono "solo"314mila le applicazioni che non sono state aggiornate da ben cinque anni o più. All'interno del solo Google Play Store le app obsolete sono circa 870mila.

Passando invece ai prodotti più virtuosi, sono ben 1,3 milioni le applicazioni Apple e iOS aggiornate da meno di sei mesi, dunque più al passo con i tempi relativamente alla compatibilità con i nuovi sistemi operativi e con le patch di sicurezza.

Proprio per questo motivo le applicazioni più aggiornate tendono a essere scaricate più spesso rispetto alle loro controparti: ben l'88% delle applicazioni con più di un milione di download all'attivo è stato aggiornato meno di sei mesi fa.

Se si mettono a confronto questi dati con il numero totale di applicazioni disponibili ad oggi sul Play Store, che in base ai dati di AppBrain ammonta a più di 2,56 milioni, si può avere una stima del numero di app che saranno interessate dalla nuova policy: quasi un terzo dell'intero store.

Le categorie contenenti più app obsolete sono Educazione, Consultazione (dizionari, enciclopedie e frasari) e Giochi. Dall'altro lato troviamo invece Finanza, Salute e Shopping, categorie le cui app vengono aggiornate con più frequenza.

App Android obsolete: cosa succederà?

Come già accennato in apertura, a partire da novembre Google inizierà a oscurare dal Play Store le applicazioni abbandonate da più tempo come parte degli aggiornamenti alla policy di Android. L'obiettivo di Google è quello di migliorare l'esperienza utente di Android, minimizzando allo stesso tempo i rischi di vulnerabilità e compromissione della privacy degli utenti.

Il criterio scelto per questa operazione di "pulizia" del Play Store non è tanto quello cronologico dei due anni utilizzato dal report di Pixalate, bensì quello delle versioni più recenti di Android supportate.

A partire da agosto Google richiederà ai developer di sviluppare le applicazioni in modo da supportare il livello di API equivalente almeno alla release di Android dell'anno prima; da novembre, quando con tutta probabilità Android 13 sarà ormai disponibile al pubblico, ciò inizierà ad avere anche un effetto retroattivo.

Cosa succederà dunque a novembre 2022? Le applicazioni che supporteranno un livello di API precedente a quello di Android 11 non saranno più disponibili nei risultati di ricerca né per l'installazione per i nuovi utenti che possiedono dispositivi Android più aggiornati.

Prendiamo come esempio concreto un'applicazione Android che non viene aggiornata da due anni, ed è dunque rimasta ferma al livello di API corrispondente ad Android 11. Ad oggi un utente in possesso di uno smartphone aggiornato ad Android 12 può ancora scaricare questa app, mentre a partire da novembre 2022 non potrà più visualizzarla nel Play Store né installarla per la prima volta attraverso il Play Store.

L'unica strada per ottenere l'app in questione sarà allora il sideloading da uno store di terzi, qualora questa sia presente.

Per quanto riguarda invece le applicazioni abbandonate già presenti a bordo dei dispositivi, queste ultime resteranno comunque funzionanti, sebbene con tutti i limiti di compatibilità e sicurezza del caso. Lo stesso varrà per le app installate in precedenza su un altro device ma con lo stesso account Google, che gli utenti potranno reinstallare e utilizzare su un nuovo smartphone o tablet.

Al contrario di Apple, la cui policy comporta tempistiche simili ma mette davanti agli sviluppatori lo spettro dell'eliminazione totale dall'App Store, Google offre ai developer più strade per permettere di recuperare le proprie applicazioni abbandonate.

Mancano ancora diversi mesi per aggiornare le applicazioni agli ultimi standard API, facendola così rientrare nella rosa di app più aggiornate e aumentando così le possibilità di download. Chi avesse invece bisogno di più tempo potrà richiedere un'estensione di 6 mesi attraverso la Play Console per aggiornare l'applicazione.