App sotto indagine per la gestione dei dati personali

Le applicazioni per smartphone sono sotto indagine da parte della Giustizia statunitense. La gestione dei dati personali potrebbe violare le normative vigenti. Gli utenti sono sempre correttamente informati?

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a cura di Tom's Hardware

La Giustizia statunitense ha avviato una serie di indagini per comprendere come numerose applicazioni per smartphone gestiscano le informazioni riguardanti gli utenti. L'indiscrezione è filtrata quando recentemente è balzata agli onori delle cronache la documentazione SEC (U.S. Securities and Exchange Commission) riguardante Pandora, il servizio di radio online che dovrebbe sbarcare a breve in Borsa. Negli Stati Uniti in casi come questo se si è sotto subpoena (e Pandora è coinvolta nell'indagine federale, NdR) bisogna comunicarlo all'ente di controllo.

Il buco nero delle App

Gli inquirenti vogliono capire se gli sviluppatori indichino ai clienti il tipo di dati monitorati (localizzazione, identificazione, etc.) e il motivo di queste operazioni. La raccolta di informazioni senza autorizzazione o note esplicative infatti viola le normative anti-frode

In verità la questione non è nuova. A dicembre il Wall Street Journal infatti ha scoperto che su 101 applicazioni mobili più popolari del mercato ben 56 si sono dimostrate un po' troppo furbette nella gestione dei dati.

Come suggeriscono gli esperti se da una parte in ambito PC sono stati imposti dei paletti, nel settore smartphone non esistono neanche policy adeguate per la protezione della privacy. Le applicazioni spesso ne sono prive: insomma, mancano regole adeguate.