App Store, Apple scrive in piccolo e Microsoft s'infuria

Microsoft ha chiesto all'ufficio brevetti di respingere le osservazioni di Apple sulla titolarità del marchio App Store. La casa di Cupertino avrebbe depositato un testo troppo lungo e scritto con un carattere troppo piccolo, in modo da inserire più argomentazioni.

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a cura di Manolo De Agostini

La battaglia legale per i diritti sul marchio App Store tra Apple e Microsoft fa segnare una nuova e grottesca evoluzione. Microsoft ha depositato una mozione in cui richiede all'ufficio brevetti USA di respingere le recenti osservazioni di Apple, poiché il testo è troppo lungo e la dimensione del carattere usato è al di sotto degli standard prestabiliti.

Secondo la casa di Redmond, Apple ha superato il limite di 25 pagine (il testo è 31 pagine) e non ha raggiunto la dimensione minima del carattere (11 punti) nello stilare la propria mozione. Microsoft ha richiesto che Apple "rispetti le regole e non aggiunga nuovi elementi o argomentazioni". 

Apple sarebbe quindi colpevole di aver giocato sporco, inserendo più osservazioni nel proprio testo in modo "illegale". Appellandosi a questo cavillo legale, Microsoft potrebbe ottenere più tempo per trovare nuove argomentazioni per attaccare la titolarità del marchio App Store, mentre la rivale è impegnata a riscrivere la propria mozione secondo le norme di legge.

Il caso è scoppiato a gennaio, quando Microsoft ha chiesto all'ente brevetti statunitense di negare ad Apple ogni diritto sul marchio "App Store". Il colosso di Redmond ritiene si tratti di termini generici, che tutti concorrenti dovrebbero poter usare senza limitazioni o costi (App Store non può essere un marchio di Apple).

Chi ha ragione, chi ha torto? App Store deve essere un termine generico o un marchio di Apple?

Apple, al contrario, pensa di avere tutti i diritti per possedere il marchio App Store, allo stesso modo per cui Microsoft detiene il marchio "Windows" per i propri sistemi operativi (Il marchio App Store è generico? Anche Windows). L'azienda di Cupertino, sul proprio sito, ha un elenco dei propri marchi registrati

A dirimere questa battaglia sarà la divisione "processi e appelli" dell'ufficio brevetti statunitense, sempre che si doti di un bel paio di occhiali.