Apple è meglio di Google per sicurezza e uso dati personali?

L'AD Apple Tim Cook ha descritto le politiche e soprattutto i principi dell'azienda quanto a protezione della privacy e della sicurezza dei propri utenti. Non manca un velato confronto con società concorrenti, Google in particolare, che invece trasformano i propri utenti in prodotti da vendere al mercato pubblicitario.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Apple protegge la privacy e la sicurezza dei propri clienti, e anche per questo i suoi prodotti sono più cari. Di contro, aziende come Google o Facebook fanno mercato dei nostri dati personali. Ad affermarlo è stato l'amministratore delegato di Apple Tim Cook, senza citare tuttavia i nomi delle altre società.

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Cook ha parlato all'evento Champions of Freedom di EPIC. Quest'ultimo è un centro di ricerca indipendente focalizzato "sulla protezione della privacy, sulla libertà di espressione e dei valori democratici". EPIC ha assegnato a Tim Cook e ad Apple un'onorificenza proprio per il lavoro svolto su questi importanti argomenti. È la prima volta che EPIC assegna un premio a qualcuno che fa parte di una società privata.

"Come molti di voi", ha detto Cook, "Apple rifiuta l'idea che i nostri clienti debbano accettare compromessi tra privacy e sicurezza. Possiamo a dobbiamo fornirle entrambe in ugual misura. Crediamo che il diritto alla privacy sia fondamentale. Lo chiedono i cittadini degli Stati Uniti, la costituzione e la moralità".

Tim Cook ha enfatizzato il fatto che Apple sta stata tra la prime società a fornire solidi strumenti di crittografia ai propri clienti, riprendendo i temi che aveva già affrontato in un incontro sulla sicurezza voluto da Barack Obama – e disertato dai dirigenti di Google, Facebook e Yahoo.

Dopodiché Tim Cook non si è risparmiato un attacco indiretto ai concorrenti, riaccendendo il dibattito mai assopito sul tema se non lo paghi sei tu il prodotto. "Alcune delle società più importanti e di successo hanno fondato il proprio business spingendo i consumatori verso la compiacenza riguardo i dati personali", ha detto Cook. "Stanno raccogliendo tutto ciò che possono su di voi, e stanno cercando di farne denaro. Noi crediamo che sia sbagliato. E non è il tipo di azienda che Apple vuole essere".

"Crediamo che non si dovrebbe mai scambiarla (la privacy, NdR) per un servizio che crediamo sia gratuito ma che in verità ha un costo molto alto. Questo è particolarmente vero ora che stiamo archiviando dati sulla nostra salute, le nostre finanze, le nostre case e i nostri dispositivi".

"Magari vi piacciono questi servizi cosiddetti gratuiti, ma noi non crediamo che dovrebbero avere la vostra email, la cronologia di ricerca, e ora persino i dati delle vostre foto di famiglia da analizzare e mandare a chissà chi", ha continuato Cook con un chiaro riferimento alla nuova versione di Google Foto.

Cook ha successivamente ricordato come Apple si sta apertamente opponendo alle richieste da parte di alcuni politici, che vorrebbero una "chiave maestra" per potere accedere alle comunicazioni crittografata dei cittadini – iMessage nel caso specifico.

"Se metti la chiave sotto lo zerbino per la polizia, può trovarla anche un ladro. I criminali usano ogni mezzo tecnologico a loro disposizione per violare gli account delle persone. Se sanno che da qualche parte c'è una chiave nascosta, non si fermeranno finché non l'avranno trovata. […] Togliere la crittografia dai nostri prodotti, come ci chiede qualcuno a Washington, sarebbe un danno solo per i cittadini onesti che contano su di noi per proteggere i loro dati. I cattivi continuerebbero a crittografare".

Ora, è senz'altro vero che Google e Facebook fanno apertamente mercato con i dati che raccolgono su ognuno di noi. Per queste aziende è l'elemento fondamentale del loro modello di business, e ciò che rende possibile offrire i servizi gratuiti. Anche Apple, con iOS e OS X, però raccoglie dati sugli utenti. "Il minimo indispensabile per offrire una grande esperienza utente", secondo Tim Cook. E forse è per questo che prodotti come Google Now possono darci informazioni personalizzate molto più precise, e potenzialmente più utili.

Tutto questo si riflette sui prezzi, almeno in parte, o almeno permette ad Apple di suggerire che le cose stiano così. In altre parole, si può pensare che se le cose di Apple costano di più è (anche) perché questa azienda non ci fa pagare in modi meno diretti, usando appunto i nostri dati personali. Il dibattito a riguardo non è ovviamente semplice, perché ci sono tante cose che effettivamente non sappiamo. Matthew Panzarino su Techcrunch aggiunge poi che con tale presa di posizione Apple "spinge ha imposto alle altre aziende cloud lo scomodo compito di disseppellirsi da un fossato di comunicazione morale per dimostrare che sono altruisti quando si tratta di dati personali".

In sintesi: Apple raccoglie alcuni dati solo per far funzionare e migliorare i propri servizi, mentre Google li usa per renderci un prodotto da vendere ai pubblicitari. Questo è quanto sappiamo di sicuro, per quanto naturalmente poi sia lecito sospettare di tutto e di tutti, e decidere di chi fidarsi sulla base di tali sospetti più o meno fondati.

In ogni caso, continua Panzarino, "Apple fa soldi sui propri clienti. In questo è identica a ogni gigante dell'hi-tech e andrebbe guardata con scetticismo e sguardo critico. […] Il modo in cui fanno soldi è la loro nuova stella polare". In altre parole la privacy potrebbe diventare un nuovo potente strumento di marketing per Apple, che al momento è nella posizione di presentarsi come più rispettosa rispetto a Google – quindi parliamo di iOS e Android. Secondo voi chi è preferibile da questo punto di vista? 

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