Apple indagata in Giappone per abuso di posizione dominante

La Commissione giapponese competente in materia antitrust ha avviato un’indagine sui contratti di Apple con fornitori locali per determinare se ci sono state pressioni e se l’azienda ha abusato della propria posizione per avere dei vantaggi.

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a cura di Lucia Massaro

La Fair Trade Commission (FTC), la commissione giapponese competente in questioni antitrust, ha avviato un’indagine sui contratti di Apple con fornitori locali per determinare se ci sono state pressioni e se l’azienda ha abusato della propria posizione per avere dei vantaggi. I comportamenti contestanti violerebbero le norme antimonopolio nipponiche, secondo quanto riferito dalla testata Mainichi Shimbun.

La fonte sostiene che l’indagine FTC ha mostrato che Apple ha stipulato degli accordi che obbligavano le aziende giapponesi a fornire gratuitamente tecnologie e conoscenze in materia di produzione alle sue affiliate. A ciò si aggiungono le presunte pressioni su alcuni fornitori affinché abbassassero i prezzi dei componenti e i presunti divieti di vendere tecnologie a società terze richiedendo alle società di sostenere i costi di possibili imprevisti.

L’agenzia di stampa Reuters aggiunge – inoltre – che una società giapponese, il cui nome è rimasto anonimo, avrebbe cercato di opporsi specificando che si tratta di una violazione dei diritti di proprietà intellettuale. Apple avrebbe risposto minacciando di metter fine ai rapporti commerciali. Per tutti questi motivi, la FTC ha avviato un’indagine per determinare se Apple ha abusato della sua posizione dominante mettendo in atto pratiche anticoncorrenziali mirate a rafforzare il proprio monopolio.

Non è la prima volta che Apple si trova a dover affrontare situazioni simili in Giappone. La società guidata da Tim Cook è finita sotto la lente di ingrandimento delle autorità nipponiche in varie occasioni: presunte violazioni alle leggi antitrust sul modo in cui sono stati venduti gli iPhone nel Paese nipponico e accuse di aver fatto pressioni su Yahoo Japan per rallentare l’espansione della sua piattaforma di giochi online per ridurre la rivalità con App Store.

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