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a cura di Alessandro Crea

Apple ha deciso di fare appello alla Corte Suprema degli Stati Uniti contro la sentenza di una corte inferiore, nella querelle nata nel 2011 riguardante il presunto monopolio legato all'App Store e ai prezzi delle singole app. La Corte ascolterà le argomentazioni delle parti in una finestra temporale di 9 mesi che si aprirà il prossimo mese di ottobre, dopo di ché prenderà la propria decisione.

Nel 2011 diversi utenti Apple effettuarono una class action nei confronti di Apple presso la Corte Federale della California, sostenendo che i prezzi delle app nell'App Store fossero eccessivamente alti, a causa del monopolio esercitato da Apple. Il prezzo delle app infatti viene fissato dagli sviluppatori, ma Apple carica su di essi un significativo rincaro del 30%, che inevitabilmente si riflette sul prezzo finale.

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Inizialmente la Corte di Oakland respinse la causa, affermando che la tesi fosse priva di fondamento in quanto i consumatori non erano diretti acquirenti di Apple e i costi eccessivi erano dovuti al fatto che gli sviluppatori scaricavano su di essi i costi aggiuntivi. Tuttavia nel 2017 una Corte di San Francisco ha riesumato il contenzioso ribaltando la sentenza iniziale: per la Corte infatti Apple sarebbe un distributore che vende direttamente ai consumatori le app e sarebbe dunque responsabile dei costi eccessivi.

Il verdetto che esprimerà la Corte Suprema sarà dunque fondamentale, non soltanto perché se dovesse perdere la causa Apple dovrebbe pagare centinaia di milioni di dollari agli utenti che hanno fatto causa, ma perché la sentenza potrebbe fare giurisprudenza in altre situazioni simili, che non mancano nel mondo mobile.


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