Apple non ha copiato l'iPhone da Sony, è un'imboscata

Apple ribatte alle accuse di Samsung: l'iPhone 4 non è una copia del Walkman di Sony. Secondo l'azienda di Cupertino quella di Samsung è un'imboscata e le prove non dovrebbero essere accettate dal giudice.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Dopo che Samsung ha accusato Apple di avere copiato l'iPhone da un prototipo di Sony è arrivata puntuale la risposta della casa di Cupertino: non si può dimostrare nulla in sede processuale.

Stando a quanto riportato dal blog AllThingsD del Wall Street Journal, Apple dopo avere preso atto delle accuse di plagio ai danni di Sony avrebbe chiesto che tutto il materiale raccolto da Samsung a riguardo venga escluso dal processo che prende il via oggi.

Si apre oggi il nuovo capitolo legale fra Apple e Samsung

In particolare sono stati elencati sei motivi per i quali il walkman Sony che potrebbe svergognare Apple debba finire nel dimenticatoio. In primo luogo la questione sarebbe già venuta a galla in un altro dibattimento e il giudice l'avrebbe esclusa dagli argomenti ammessi.

La presentazione di queste prove a poche ore dal dibattimento sarebbe poi disonesta, una sorta di imboscata che (punto 6) non lascia tempo sufficiente a Apple per confutare le prove.

Fra le motivazioni più serie c'è il fatto che l'articolo di BusinessWeek attorno al quale si dipana la teoria di Samsung non riporta l'immagine del prodotto Sony in oggetto, quindi la giuria non può valutare se in effetti Apple abbia preso ispirazione dal Walkman in questione.

Apple chiede che siano escluse le prove sull'accusa di plagio del Walkman Sony

Anche dando per assunto che le foto del prototipo Sony siano veritiere, non ci sono somiglianze. Infine, la testimonianza dell'ex designer di Apple Shin Nishibori, che avrebbe confessato di essersi ispirato al mockup di Sony per l'iPhone, non dovrebbe essere accettata dal giudice perché la sua deposizione non era stata preventivamente autorizzata dal tribunale e approvata da Apple.

Una replica prevedibile, che non lascia trasparire se e quanto in effetti l'azienda di Cupertino possa ritenersi preoccupata dalla mossa di Samsung. Il problema principale della sud coreana, a prescindere dalla volontà del giudice di accettare o meno le prove in questione, è che si ipotizza la copia di un prodotto che di fatto non è mai esistito, quindi un eventuale plagio sarebbe molto complesso da dimostrare, sempre che i giapponesi non scendano in campo a spalleggiarla.

In ultimo, il sito GigaOM riporta che il giudice Lucy Koh si è rifiutata di fornire alla giuria istruzioni dettagliate su come interpretare i brevetti, che dovranno essere valutati con "l'occhio di un osservatore ordinario" per stabilire l'eventuale copia da parte di Samsung.

Ricordiamo che l'azienda di Cupertino ha chiesto un risarcimento danni di oltre 2,525 miliardi di dollari.