Apple paga 2,2 milioni il 4G farlocco del Nuovo iPad

Apple e l'Australian Competition and Consumer Commission hanno trovato un accordo sulla pubblicità scorretta che ha accompagnato la presentazione del Nuovo iPad 4G. Si parla di 2,25 milioni di risarcimento e 300mila dollari per le spese legali.

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a cura di Dario D'Elia

Apple ha accettato di pagare più di 2 milioni di dollari per chiudere la vertenza con l'Australian Competition and Consumer Commission sull'iPad 4G. La vicenda era esplosa a marzo in contemporanea con il debutto del nuovo tablet. Presentato come "iPad 4G" in verità si è dimostrato incompatibile con le reti nazionali di quarta generazione di TeliaSonera (2.6 GHz e 800 MHz) e di Telenor (2.6 GHz e 900 MHz). Il dispositivo infatti supporta esclusivamente le frequenze 4G LTE da 700 e 2100 MHz adottate per lo più negli Stati Uniti.

Ovviamente fin dalla prima ora le associazioni dei consumatori e le Authority hanno rilevato l'imprecisione della campagna informativa e marketing attuata da Apple. Così l'azienda è corsa immediatamente ai ripari aggiornando il sito e ogni nota tecnica; senza contare la possibilità di restituire il dispositivo acquistato in caso di insoddisfazione. Per altro iPad 4G è diventato iPad Wi-Fi + Cellular. Contemporaneamente l'azienda ha tentato di spostare il dibattito sulla semantica: 4G vuol dire una cosa da noi, un'altra da voi... Unghie sugli specchi insomma.

Passo falso di Apple in Australia

E infatti alla fine la Federal Court australiana che si è occupata del caso ha lasciato intendere a Apple che un accordo sarebbe stata l'unica via di uscita per evitare una condanna per pubblicità ingannevole. Ecco quindi 2,25 milioni di dollari di risarcimento e 300mila dollari per le spese processuali sostenute dall'Australian Competition and Consumer Commission.

"Vostro Onore non lo sa, ma c'è un ampio ambito della questione che è controverso", ha sostenuto in tribunale l'avvocato Alan Archibald, facendo un chiaro riferimento alla definizione 4G. E non è un caso che il giudice Bromberg, come riporta la testata The Australian, abbia deciso di rimandare di qualche giorno il suo parere sull'accordo: non gli è ancora chiaro quanti consumatori australiani siano stati danneggiati realmente  e neanche l'intero valore dell'azienda.

"Non so se stiamo parlando di una corporation che fa 10 milioni o 300 milioni", ha dichiarato il giudice, lasciando la platea un po' sbigottita. "Come faccio a sapere se la pena è giusta per Apple se non mi faccio un'idea sulla sua posizione finanziaria?".

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