Apple potrebbe incassare 10 dollari da ogni telefono Android

Un esperto di strategie per le proprietà intellettuali spiega che Apple dovrebbe smetterla di denunciare i concorrenti Android e spendere montagne di soldi in spese legali inutili, e iniziare a far fruttare il suo patrimonio di brevetti. Potrebbe chiedere il pagamento di royalty pari a 10 dollari per ciascun prodotto Android venduto e guadagnare anche più di Microsoft.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

Se Apple la smettesse di denunciare tutti i produttori di tablet e smartphone Android e iniziasse a negoziare il pagamento delle licenze per i suoi brevetti guadagnerebbe una montagna di soldi. Più precisamente, Cupertino potrebbe intascare 10 dollari per ciascun prodotto Android venduto.

La guerra nelle aule giudiziarie sta dando risultati altalenanti che non premiano abbastanza Cupertino da giustificare i costi dei procedimenti legali, mentre una politica assennata e calcolatrice come quella di Microsoft sarebbe la strada migliore.

La guerra di Apple contro Android non è vincente

A pensarlo èKevin Rivette della 3LP Advisors, un'azienda specializzata nei servizi di consulenza per le strategie sulle proprietà intellettuali. Nel corso di una intervista a Bloomberg Rivette ha spiegato che la politica di Apple non è dettata da un'analisi fredda e calcolata della situazione, ma banalmente dall'odio smisurato di Steve Jobs verso il sistema operativo di Google, che reputava un "prodotto rubato".

Nella biografia di Walter Isaacson si legge chiaramente che Jobs non aveva nessuna intenzione di concedere in licenza ai produttori Android le tecnologie Apple, e che sarebbe stato disposto a scatenare "una guerra termonucleare" pur di annientare il SO di Google. Il problema, secondo Rivette, è che quello di Jobs era un approccio aggressivo e pregiudizievole che sta spingendo i produttori di dispositivi Android a modificare i loro prodotti in modo da aggirare le proprietà intellettuali di Apple.

Questo non sarebbe il modo giusto per fermare la concorrenza, ma anzi si rischia di spingerla a migliorare oltre quanto sarebbe stato possibile in una situazione "normale". Per spiegare cosa intende, l'esperto ha usato un esempio: "Usare i brevetti per fermare la concorrenza è come impilare qualche sasso in un ruscello: l'acqua trova lo stesso il modo di passare. Non sarebbe meglio incanalare l'acqua nella direzione che si vuole farle prendere?".

###old1310###old

Insomma, da parte di un'azienda all'avanguardia, moderna e quotata in borsa ci si aspetterebbe un atteggiamento professionale ed equilibrato e non quello capriccioso e infantile di Apple. L'analisi dell'esperto si spinge oltre e prende in esame anche gli azionisti, che non vedono fruttare nemmeno un dollaro dai brevetti, ma in compenso assistono a una fuoriuscita continua di denaro dalle casse aziendali per foraggiare squadroni di avvocati.

La dimostrazione palese della politica fallimentare di Apple è secondo Rivette la vicenda di HTC: la US International Trade Commission ha dato ragione a Apple accusando l'azienda taiwanese per la violazione di un brevetto e ha disposto il blocco dell'importazione di alcuni suoi telefoni negli Stati Uniti. Peccato che si tratti di modelli datati, che il blocco sarà operativo solo dal prossimo aprile e che HTC ha già fatto sapere di aver trovato il modo per produrre telefoni senza violare il brevetto di Apple.

###old1260###old

Cupertino ha speso una montagna di soldi per ritrovarsi con un pugno di mosche. Microsoft, al contrario, non ha speso un soldo, si è seduta al tavolo delle trattative e ha contrattato con HTC il pagamento di 5 dollari per ciascun prodotto Android venduto. Rivette reputa che Apple avrebbe potuto strappare anche 10 dollari.

Alla luce di queste considerazioni i primi a essere scontenti della politica di Cupertino potrebbero essere gli investitori, che vedono un potenziale patrimonio inestimabile che non frutta nulla. Al contrario, si calcola che Microsoft abbia finora incassato almeno 444 milioni di dollari dalle licenze Android: non è una cifra vitale per Redmond, ma si tratta pur sempre di soldi che cadono dal cielo senza muovere un dito.

Chissà se dopo questa analisi obiettiva e francamente condivisibile Apple non deciderà di abbandonare i metodi medioevali per risolvere i contenziosi con la concorrenza e sedersi civilmente al tavolo delle trattative.