Apple risponde all'FBI: volete un potere pericoloso

Nuovo capitolo nello scontro legale tra Apple ed FBI. Il colosso della tecnologia chiede che sia annullata l'ordinanza con cui le si chiede di fornire all'FBI gli strumenti necessari per violare la protezione di un iPhone. Per Apple è una richiesta illegittima, pericolosa e antidemocratica.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Apple ha depositato la propria risposta ufficiale alla richiesta del giudice emessa la settimana scorsa. Un'ordinanza che vuole obbligare l'azienda a fornire gli strumenti necessari per effettuare un attacco brute force su un iPhone. Nello specifico, si tratta dell'iPhone 5C di Farook Rizawan, l'assassino che ha compiuto la strage di San Bernardino.

Finora Apple aveva risposto pubblicamente con l'ormai nota lettera aperta di Tim Cook, nella quale accusava l'FBI di volere una vera e propria backdoor a uso governativo. È seguito un intenso dibattito tra i sostenitori dell'una e dell'altra posizione. La questione d'altra parte solleva molte domande a cui abbiamo provato a rispondere.

"Questo non è un caso su un iPhone isolato. Piuttosto, questo caso riguarda il Ministero della Giustizia e l'FBI che cercano, tramite le Corti, un potere pericoloso"

Mancava all'appello la risposta legale, quella degli avvocati di Apple, ed è arrivata nelle scorse ore. Si tratta in sostanza di richiesta di annullamento (Motion to Vacate, PDF) nei confronti dell'ordinanza giudiziaria emessa la settimana scorsa. 

L'azienda afferma che la legge citata dal giudice (All Writs Act) non è applicabile al caso specifico. Si afferma inoltre che tale legge non autorizza il giudice a chiederle di assumersi un "fardello irragionevole e senza precedenti".

ApplePrivacy

Il documento inoltre specifica che verrebbe a crearsi un "fardello oppressivo e senza precedenti su Apple e sui cittadini che usano l'iPhone". Inoltre il governo statunitense, secondo la richiesta, non avrebbe dimostrato che l'assistenza da parte dell'azienda è necessaria per la procedura.

Gli avvocati suggeriscono inoltre che l'ordine violerebbe il primo e il quinto emendamento della costituzione. Entrambi, in parti diverse, proibiscono al governo di obbligare Apple a creare del codice informatico.

Nella parte conclusiva, prima degli allegati, si afferma poi che il governo ha un obiettivo lodevole, proteggere la sicurezza, ma sta ai cittadini decidere come perseguirlo - si rimanda quindi il dibattito al Congresso, non ai giudici."A ogni livello del nostro sistema legale la società ha agito per preservare certi diritti" anche a costo di rendere più difficile il lavoro delle autorità, si legge nelle conclusioni. 

"Il desiderio di non lasciare nulla di intentato, da parte del governo, per quanto derivi da buone intenzioni non lo autorizza ad aggirare il dibattito e imporre il proprio punto di vista sulla società".

Smartphone privacy

Molte aziende del settore tecnologico condividono la posizione di Apple in modo ufficiale, al punto da fornire documenti aggiuntivi al giudice. Tra di esse Google, Twitter, Facebook e Microsoft - quest'ultima in controtendenza rispetto al suo fondatore Bill Gates.

GovtOS, la backdoor

Tra gli allegati sottoposti da Apple al giudice risulta particolarmente interessante l'intervento di Erik Neuenschwander, che è Manager of User Privacy presso l'azienda stessa. L'esperto descrive la situazione dal suo punto di vista, e afferma che l'FBI sta chiedendo di realizzare un sistema operativo che non esiste, e che battezza GovtOS.

Per creare GovtOS Apple dovrebbe impiegare sei tecnici (più eventuale personale di supporto) per 2-4 settimane, sottraendoli alla normale attività lavorativa. Dopodiché la società di Cupertino dovrebbe firmare il software con la propria chiave privata, cosa che l'azienda non è disposta a fare proprio perché GovtOS nascerebbe per obbligo e non per volontà.

Neuenschwander illustra il processo tecnico necessario, ma spiega soprattutto perché Tim Cook ha parlato di backdoor (vedi anche Il giudice ha chiesto a Tim Cook una backdoor o un crack?). l'FBI sta chiedendo uno strumento che serva una sola volta per un solo dispositivo, ma secondo Neuenschwander sarebbe impossibile prevenire con certezza assoluta la replicabilità di tale strumento. Ecco alcuni dei punti citati:

  • Apple dovrebbe documentare le attività per tutelarsi in sede giudiziaria, e già questo materiale sarebbe utile per realizzare una copia sui generis di GovtOS.

  • Apple dovrebbe cancellare tutto, ma eliminare ogni traccia del codice sarebbe praticamente impossibile.

  • Anche se si riuscisse a cancellare tutto, Apple avrebbe di fatto formato sei persone (o più) a una tecnica di attacco oggi inesistente. Queste persone rappresenterebbero una minaccia vivente alla sicurezza di iOS, e una potenziale risorsa per chi volesse creare una backdoor.

  • In previsione di future richieste, Apple dovrebbe preventivare di rifare il lavoro ogni volta, oppure conservare una copia di GovtOS pronta all'uso. La sola esistenza di tale copia presuppone un pericolo.

Neuenschwander sostiene quindi che una volta creato GovtOS, sarebbe impossibile distruggerlo "veramente".