Apple ruba un esperto ad Amazon per migliorare Siri su iOS

Apple ha assunto William Stasior, un ex dipendente di Amazon e AltaVista, per migliorare Siri. Non sono noti i dettagli contrattuali, ma Stasior dovrebbe essere nominato capo della sezione per lo sviluppo dell'assistente vocale.

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a cura di Simone Raimondi

Apple ha assunto un esperto di ricerca ed ex dipendente di Amazon, William Stasior, per migliorare Siri. L'azienda vuole rendere il suo assistente vocale - al momento ancora in versione beta - presente su iPhone 5, 4S, sull'ultimo iPad e iPod Touch.

William Stasior

Stasior è una figura di spicco del settore. Si è laureato e ha insegnato al MIT (Massachusetts Institute of Technology) e in passato ha ricoperto ruoli importanti anche per altri "giganti" dell'industria, come Oracle. Nel 2003 è stato assunto da Amazon e nel 2006 è stato nominato presidente di A9.com, una compagnia sussidiaria del noto negozio online che si occupa della gestione di motori di ricerca avanzati che trovare prodotti all'interno dei siti web.

Secondo AllThingsD, l'esperto sarà a capo della sezione che si occupa dello sviluppo di Siri all'interno di Apple. Al momento questo assistente vocale supporta diverse funzioni, ma gli utenti sono unanimi nel dire che non funzioni in modo ineccepibile. Spesso ci si può imbattere in diverse limitazioni, come potete vedere anche nella nostra prova.

Ricordiamo che il debutto di Siri in iOS risale al 4 ottobre 2011 (data di presentazione dell'iPhone 4S), ma era presente come software di terza parti sull'App Store già diverso tempo prima. Il 28 aprile 2010 Apple ha acquistato l'omonima azienda, fondata nel 2007 come spinoff dal Stanford Research Institute.

Siamo curiosi di vedere se le conoscenze di Stasior serviranno a migliorare questo software. Ci chiediamo inoltre quali funzioni potrebbero essere implementate in futuro, non solo in Siri ma anche in soluzioni simili come S-Voice di Samsung. Questi software sono in continua evoluzione e migliorano lentamente grazie all'interazione con gli utenti. In futuro potremmo quindi fare al nostro smartphone domande sempre più complesse. A noi basterebbe che rispondesse alla domanda "Siamo soli nell'universo?".