Apple sogna gli USA e realizza fabbriche per iPhone in India

Può darsi che Apple prima o poi riporti in parte la manifattura dei suoi iPhone in USA. Nel frattempo però sta cercando di realizzare un impianto in India.

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a cura di Alessandro Crea

Dalla globalizzazione non si scappa: Apple starà anche prendendo in considerazione di riportare in patria almeno in parte l'assemblaggio degli iPhone, ma nel frattempo non perde di certo di vista le opportunità che il mercato mondiale può offrire. Secondo quanto dichiarato nelle scorse ore da un funzionario governativo indiano al Wall Street Journal, sarebbe ormai quasi in porto l'accordo tra Apple e il Governo indiano per la realizzazione di un impianto produttivo per iPhone.

In realtà, come già abbiamo avuto modo di illustrarvi in passato, le trattative tra Apple e il Governo indiano vanno avanti da diverso tempo e sono state piuttosto difficili. L'idea di costruire un impianto produttivo in loco nasce non tanto dall'esigenza di abbattere i costi, quanto da quella di abbattere gli ostacoli legislativi per vendere nel Paese.  

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L'India infatti è piuttosto restrittiva in materia e se almeno il 30% della componentistica di un dispositivo non è realizzata su territorio nazionale è impossibile attivare canali di vendita diretti, e le vendite stesse sono fortemente contingentate. Realizzare una fabbrica in loco consentirebbe dunque ad Apple di aggirare questo impedimento e aprire degli Apple Store anche in India, entrando così in un mercato promettentissimo e ancora poco sfruttato.

Per realizzare l'impianto però Apple ha chiesto una serie di incentivi "pesanti", tra cui ‎ 15 anni di esenzione dai dazi all'importazione. Mentre i ministri dell'industria e dell'IT sembravano disponibili, quello delle finanze non lo era altrettanto, non volendo rinunciare alle entrate del dazio e soprattutto non volendo creare un precedente pericoloso, a cui moltissimi altri produttori avrebbero potuto appellarsi. Alla fine comunque sembra che le parti si accorderanno su una base "creativa", in cui il programma Made In India resti nominalmente a tutti, ma sia poi effettivamente perseguibile solo da aziende che abbiano la forza economica di realizzare investimenti da milioni di dollari.