Apple spia e viene denunciata, vogliamo risposte

Apple è stata denunciata per la gestione dei dati sulla localizzazione dei dispositivi e i governi incalzano le aziende produttrici di sistemi operativi per dispositivi mobili.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Apple è stata denunciata da due persone per il tracciamento della posizione con iPhone e iPad 3G (L'iPhone spia: perché archivia i nostri spostamenti?). Vikram Ajjampur, un utente iPhone della Florida, e William Devito, un possessore di iPad di New York, si sono rivolti alla corte federale della Florida chiedendo che la raccolta dei dati sia bloccata. Le accuse contro Apple sono di violazione della privacy e frode.

La casa di Cupertino, ufficialmente, tace. L'unica risposta - da prendere con le pinze - è arrivata da Steve Jobs. L'AD avrebbe dichiarato, rispondendo all'email di un utente, che le informazioni che circolano sono false e Apple non traccia nessuno. In seguito, ulteriori analisi hanno dimostrato che i dati sulla posizione - da quelli relativi al GPS, alle torri radio e base station Wi-Fi - sono alla portata di tutte le aziende, Google e Microsoft comprese.

Le due aziende però si comportano diversamente da Apple, che sincronizza questi dati con il PC su un file non criptato tramite iTunes. Il file contiene inoltre un numero di dati molto più elevato rispetto alla concorrenza. Secondo il WSJ la raccolta prosegue anche se l'utente disabilita le opzioni di localizzazione e questo, se vogliamo, è l'aspetto che turba di più.

Google, ad esempio, chiede l'autorizzazione con maggiore insistenza e conserva un numero di dati limitato in cache (Android sa dove siamo andati, Google come Apple). Microsoft offre un'opzione per gestire il tracciamento e le informazioni non sono salvate sui terminali WP7 (Anche Microsoft traccia gli spostamenti via WP7).

In generale il problema non è chi traccia, dato che lo fanno tutti anche se in modi diversi, ma la trasparenza con cui sono gestiti i dati, quali informazioni sono conservate, la sicurezza e sapere che cosa ci fanno le aziende. Riteniamo che il clamore mediatico sia un po' eccessivo rispetto alle vere proporzioni della vicenda, ma quando c'è di mezzo la privacy dei consumatori è sempre meglio agitare le acque che stare inermi e in silenzio, e questo vale per qualsiasi tematica e ogni azienda coinvolta.

Per questo fanno bene i governi a chiedere spiegazioni non solo ad Apple, Google e Microsoft, ma anche Nokia, RIM e HP. La House Energy and Commerce Committee, una delle commissioni permanenti più antiche della Camera statunitense, ha inviato una lettera per chiedere delucidazioni.

Secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, le aziende dovranno rispondere entro il 9 maggio. Nokia, ad esempio, ha fatto sapere che i suoi prodotti salvano i dati sulla posizione all'interno dei prodotti, avvalendosene solo per migliorare l'esperienza utente. Ricordiamo che anche in Italia dovrebbero essere in corso delle indagini (Stati Uniti e Europa indagano sull'iPhone spia). Le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra.

Aggiornamento:

Apple ha finalmente pubblicato una risposta sul tema. Potete leggerla qui: Apple risponde ufficialmente sullo spionaggio di iOS