X86 contro ARM, conclusioni

In molti pensano che l'architettura x86 in ambito mobile non possa competere a causa dei consumi eccessivi. L'Intel Atom Z2670 però sembra una proposta più che interessante, e i test sull'efficienza hanno portato a risultati sorprendenti.

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a cura di Tom's Hardware

X86 contro ARM, conclusioni

Intel ha scelto inizialmente l'avversario più facile da battere, cioè Tegra 3 con Windows RT su Microsoft Surface, ma i test successivi dimostrano che l'Atom a 32 nm può combattere alla pari anche con i SoC Qualcomm quando si tratta di efficienza. Ed è legittimo ipotizzare che la soluzione di Intel sia meglio dell'Exynos Dual di Samsung montato sul Chromebook Series 3 XE303C12.

I nostri benchmark inoltre hanno generato risultati simili a quelli fatti da Intel a Santa Clara, e confermato che in idle Tegra 3 assorbe più o meno quanto l'Atom, ma mano a mano che il carico aumenta il vantaggio di Intel si fa evidente. Successivamente abbiamo visto che questa piattaforma è anche più avida di energia rispetto a quella Qualcomm, quindi a parità di batteria offrirà un'autonomia minore – almeno per scenari simili a quelli testati.

L'affermazione secondo cui l'architettura x86 ha uno svantaggio d'efficienza innato rispetto ad ARM non si è quindi dimostrata vera, quando si guarda al consumo delle piattaforme disponibili oggi. Il risultato è infatti un testa a testa nella maggior parte dei casi. E nel confronto tra Microsoft Surface e Acer W510, il tablet Atom mostra un solido vantaggio rispetto a quello Tegra 3.

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In generale la nostra analisi suggerisce che i core delle CPU ARM sono eccellenti quando non fanno nulla (idle), ma i loro consumi aumentano molto sotto carico. E persino in idle, comunque, il W510 usa meno energia del Surface. In tale situazione i core della CPU non consumano molto, ma i core grafici continuano ad aggiornare le immagini e a leggere dalla memoria; tale attività pesa sul controller, ed è una delle ragioni per cui l'Atom mantiene un vantaggio. Con carichi più pesanti abbiamo visto che il Tegra 3 va ancora peggio, perché anche l'assorbimento della CPU aumenta, insieme a quello del controller.

La tecnologia produttiva è ovviamente uno dei vantaggi sui cui può contare Intel, ma anche l'efficienza del controller sembra determinante secondo le misurazioni dell'azienda. Anche il design Apple ha controller di memoria efficienti, forse perché Jim Keller era in Apple durante lo sviluppo degl A4, A5 e A6 -  fu un uomo chiave nella creazione dell'AMD Athlon 64 e del relativo controller di memoria integrato.

Intel e AMD, poi, hanno entrambe sottolineato la sfida che attende ARM con il passaggio a 64 bit e l'esecuzione out-of-order; una questione che entrambi i produttori di CPU hanno impiegato anni a risolvere. E anche noi siamo curiosi di vedere che cosa succederà, anche perché il controller di memoria è solo una di quelle aree a cui Intel e AMD dedicano e hanno dedicato moltissima ricerca e sviluppo.

Il segreto dell'efficienza offerta dall'Atom è semplice. L'handicap della CPU in idle scompare sotto carico, quando si esegue del lavoro, grazie anche a un sottosistema di memoria molto più efficiente sempre attivo. Il marchio Atom, in altre parole, non è più da relegare a computer dalle basse prestazioni come i netbook: lo Z2760 è una cosa molto diversa dall'N450 che molti di noi ricordano.

Le prove eseguite da Intel saranno certamente passate al setaccio, e anche noi eseguiremo test interni mano a mano che avremo tablet con Windows 8 a disposizione. Le misurazioni dell'azienda di Santa Clara sono comunque di aiuto a creare un contesto per i carichi di lavoro e a spiegare meglio le prestazioni reali.

Confrontare i nostri risultati con quelli di Intel, se non altro, chiarisce quanta disinformazione ci sia nel mondo mobile. Prima che potessimo testare un sistema Atom nei nostri laboratori, infatti, era facile accettare il fatto che ARM fosse più efficiente di x86.

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Anzi, la prima impressione di fronte alle prestazioni del Cortex-A15 era che l'Atom avesse il destino segnato, ma nessuno si è domandato se i consumi dei core ARM fossero altrettanto buoni, né si sono fatti test specifici. Esaminando l'autonomia in rapporto alla capacità della batteria, abbiamo cominciato a interrogarci riguardo l'assorbimento energetico in watt durante una specifica attività. E ora sembra chiaro che la partita è tutt'altro che chiusa.

Per l'anno appena cominciato infatti si preannunciano novità e confronti entusiasmanti. C'è per esempio Tegra 4, che stando alle dichiarazioni di Nvidia consuma meno della metà di Tegra 3 – e siamo davvero curiosi di verificarlo. Poi i processori Atom a 22 nm basati su Ivy Bridge rappresentano un'altra novità succosa per l'ambito mobile, che secondo Intel metterà alle corde i Cortex-A15 entro la fine dell'anno. Senza dimenticare naturalmente Qualcomm e la famiglia Snapdragon, da cui ci aspettiamo prestazioni ancora maggiori e un'architettura più complessa, e poi l'Exynos di Samsung.

Alla fine dei conti tuttavia l'aumento delle prestazioni è interessante solo se i consumi non crescono. Non siamo ancora certi di come se la caveranno Tegra 4 e Snapdragon 800 rispetto alle generazioni precedenti riguardo all'efficienza, ma è interessante che Intel sia l'unica che sembra ansiosa di mostrarci i propri risultati energetici. Ne vedremo delle belle, questo è certo.

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