Bambini dell'asilo bravi con il tablet ma asociali e imbranati

Un'associazione di educatori britannica rileva il rapporto preoccupante tra bambini e tecnologia.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Gli insegnanti della Gran Bretagna sono preoccupati perché i bambini all'asilo mostrano fin troppa affinità con la tecnologia. Sanno usare tablet e smartphone ancora prima di parlare, ma di fronte ai classici mattoncini di legno non sanno che fare, anzi mancano proprio delle necessarie abilità motorie - ecco il quadro dipinto dalla "Association of Teachers and Lecturers".

Aumentano anche i casi di bambini così dipendenti dai dispositivi da aver bisogno di un vero e proprio intervento terapeutico, non dissimile da quelli previsti per le dipendenze più conosciute. I bambini più grandi, poi, a volte non riescono a completare attività con carta e penna perché la loro memoria è stata danneggiata dal troppo tempo passato usando i touchscreen; in altre parole sarebbero troppo abituati a recuperare informazioni velocemente online, e quindi incapaci di ricordare anche le cose più semplici. Ci sono poi casi estremi, pochi, come quelli di bambini e ragazzi che passano la notte a giocare con PC o console, e poi a scuola non riescono a stare svegli.

Una situazione che secondo gli educatori mette a rischio le capacità di concentrazione e quelle sociali, come si è affermato durante un recente congresso tenutosi a Manchester. L'opinione è stata portata al pubblico da Colin Kinney, che si è fatto portavoce dei tanti colleghi che ha intervistato.  

Ad acuire il problema ci sarebbe poi il fatto che gli stessi genitori non si rendono conto della situazione, ma anzi indicano con orgoglio le capacità tecnologiche dei figli. Facile cadere in trappola, come genitore, e farsi sorprendere nel dire "guarda, così piccolo e giù usa il tablet meglio di me". Grande impatto scenico, ma dietro potrebbe esserci una questione seria da risolvere.

L'argomento comunque è ancora molto dibattuto e di certo siamo ancora lontani da una sua conclusione. Da una parte queste preoccupazioni sono più che fondate, così come l'appello ai genitori affinché vigilino sulla possibile nascita di una dipendenza dalla tecnologia. Allo stesso tempo però la realtà è che la tecnologia è sempre più pervasiva e presente nelle nostre vite fin da piccoli ma questo non significa necessariamente che le nostre capacità stiano regredendo.

È senz'altro necessario osservare l'evolversi della situazione da vicino e cercare di comprenderla senza pregiudizi, con un rigoroso approccio scientifico. Per il momento i pediatri britannici e di altri paesi consigliano di limitare il "tempo schermo" a una o due ore al giorno, se non altro come misura precauzionale.

Nel frattempo la scuola deve affrontare una sfida ancora più difficile: oggi ancora troppi insegnanti vedono lo smartphone esclusivamente come il nemico da eliminare, solo una fonte di distrazioni e di problemi. Eppure questi oggetti, insieme al più classico PC, possono anche rivelarsi strumenti preziosi per migliorare l'attività scolastica e la qualità del processo d'insegnamento e apprendimento.

A proposito della memoria, per esempio, è senz'altro auspicabile che bambini e ragazzi imparino a memorizzare almeno un po', e se Internet ostacola lo sviluppo di questa capacità allora bisogna superare tale ostacolo. D'altra parte però non possiamo più valutare quest'abilità con lo stesso criterio di qualche anno fa: oggi abbiamo accesso a informazioni abbondanti e aggiornate in ogni momento, e non possiamo fingere che non sia così. Più che di ricordarle, dovremmo essere capaci di valutarle, esaminarle, elaborarle: dovremmo in altre parole aiutare i nostri studenti a sviluppare un raffinato pensiero critico e un atteggiamento creativo, piuttosto che capacità mnemoniche.

In ogni caso è tutto ancora tutto molto nuovo, e quando si tratta di umanesimo le cose non sono mai semplici. Come sempre emergono prima le ombre delle luci, ma forse arriverà il giorno in cui studenti, insegnanti e gadget potranno convivere in una simbiosi pacifica e produttiva. Secondo voi?