Sette laboratori in tre anni

Il produttore spagnolo di tablet, smartphone e tanti altri prodotti "makers style" ha un obiettivo chiaro: restituire all'Europa le conoscenze che ha dimenticato a causa dello spostamento in massa della produzione in Cina.

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a cura di Giancarlo Calzetta

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Ma creare quello che ha fatto BQ in questi anni non è stato certo facile, dato che bisognava partire da una tabula rasa. "Per fortuna" - dice il CTO di BQ, Ravín Dahalani - "Qualcomm ci ha aiutati molto con grande supporto dai loro ingegneri e mettendoci a disposizione una gran quantità di materiale tecnico".

Negli ultimi 3 anni, BQ ha costruito ben sette laboratori all'interno della propria sede, alla periferia di Madrid.

Dahalani
Il CTO Dahalani, il secondo da destra, non è il tipo a cui piace mettersi in mostra

"Controllare ogni aspetto della produzione è essenziale se vuoi differenziarti dagli altri e garantirti un prodotto molto affidabile. Non avendo le risorse economiche degli altri giganti degli smartphone, l'unica nostra speranza è il passaparola e questo lo ottieni solo se il cliente è molto soddisfatto di quello che ha comprato" - confida dal Prado.

Al momento, secondo quanto ci dice Dahalani, tutta la sezione della fotocamera è sviluppata in Spagna, così come la parte dedicata ai sensori.

"Trovare le persone giuste per aprire il laboratorio dedicato alla fotocamera", rivela Dahalani, "non è stato per nulla facile. Gli esperti di CCD, CMOS e gestione elettronica delle immagini sono pochissimi. In compenso, non abbiamo avuto grandi problemi a reclutare ingegneri software".

AcquarisX5
Il nuovo smartphone di BQ si chiama Aquaris X5 Plus ed è per lo più progettato in Spagna.

Secondo il CTO di BQ, i softwaristi sono importantissimi per molti motivi. Innanzitutto, la maggior parte dell'esperienza utente dipende dall'interfaccia, che è prettamente software, e poi un software scritto molto bene può mascherare le eventuali magagne dell'hardware come una fotocamera troppo rumorosa o un sensore che non risponde sempre correttamente.

"Bq lavora ogni giorno con le migliori software house del mondo per offrire le funzioni più avanzate sui propri smartphone", dice Dahalani, "e questo è alla base di buona parte del nostro successo. Un utente contento è un utente che consiglierà il prodotto a un amico".

La sfida che adesso si prepara per BQ è importante perché dopo aver conquistato la Spagna, dovrà estendersi internazionalmente per poter continuare il percorso di "ricostruzione" del know how tecnologico in Europa.

aquariuM10
Un tablet con Ubuntu? Conosciamo tanti nerd che lo adoreranno...

"La sfida è grande, ma confidiamo anche nell'aiuto di chi vede che non facciamo tutto solo per soldi. Il tablet Ubuntu che abbiamo appena annunciato o i prodotti per introdurre gli studenti delle elementali alla programmazione non ci faranno diventare ricchi, ma contribuiranno a diffondere l'idea che anche in Europa si deve vivere d'innovazione", conclude dal Prado.

"I programmatori saranno le figure professionali più richieste del prossimo futuro", interviene Dahalani, "e bisogna iniziare a formarli da subito per avere le forze di tornare a creare innovazione anche da noi invece di lasciare tutto in mano a Paesi asiatici e USA".