Come ottenere ottimi video con uno smartphone

La possibilità offerta dagli smartphone di ultima generazione di registrare filmati in alta qualità, sino a 4K, rappresenta una grande opportunità per gli appassionati che possono utilizzare uno strumento così popolare per liberare la loro creatività e per rivivere successivamente momenti unici…

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a cura di Mauro Piatti

Nota dell'editore: questa è la quinta, ed ultima, di una serie di guide che abbiamo pubblicato in questi mesi in cui vi abbiamo dato suggerimenti su come scattare belle fotografie con il vostro smartphone. Tutti i video che vedrete in questo articolo sono stati ripresi con lo smartphone Huawei P20 Pro, uno dei migliori smartphone fotografici disponibili al momento della realizzazione del progetto. I suggerimenti che leggerete in questo articolo rimangono validi per qualsiasi smartphone vorrete utilizzare.

Qui potete trovare le altre guide:

Oggi girare un video con il proprio smartphone è una delle azioni più comuni che, spesso, ci capita di ripetere più volte in una stessa giornata. E, ancora di più, quando siamo in vacanza o con gli amici per catturare scene di vita quotidiana da condividere eventualmente sui social. In qualche caso i filmati si riprendono per necessità, quando singole immagini non sarebbero sufficienti magari a documentare una situazione particolare che vogliamo evidenziare.

Si pensi che in alcuni casi si è arrivati addirittura ad utilizzare il cellulare per usi professionali o semiprofessionali, ad esempio per fare i film. Ne sono dimostrazione i numerosi festival nati proprio a riguardo. Non si tratta di una tendenza degli ultimi anni, ma di un nuovo modo di fare cinematografia che sta convincendo anche tanti scettici, un po’ come gli scatti dei servizi di moda con l’iPhone. Fra l’altro, girare un film con lo smartphone non è una scelta che si mette in competizione con il cinema tradizionale, e dunque ne è assolutamente distinta.

Se l’utilizzo è davvero a 360°, perché lo smartphone è alla portata di tutti, possiamo dire che chi utilizza questo strumento sia altrettanto consapevole delle sue potenzialità? Di come trarre il massimo dalle numerose funzioni disponibili? Cerchiamo di dare qualche consiglio ai video amatori in erba che possa essere utile a migliorare i risultati delle riprese.

Scegliere la risoluzione

Tutti i cellulari registrano con più risoluzioni, formati, metodi di compressione e frequenza dei fotogrammi (fps) diversi secondo la qualità che si vuole ottenere e al movimento del soggetto da riprendere, più o meno rapido. Si va dal VGA al 4 K, come indicato nella tabella seguente che riassume soltanto alcune delle risoluzioni più comuni:

Standard Denominazione Risoluzione (pixel) Rapporto d’aspetto
VGA Video Graphics Array 640 x 480 4:3
SD Standard Definition 720 x 480 3:2
SVGA Super VGA 800 × 600 4:3
XGA Extended Graphics Array 1024 × 768 4:3
WXGA Widescreen XGA o HD 1280 × 720 16:9
Full HD Full HD 1920 x 1080 16:9
WQXGA Widescreen Quad 2560 × 1600 16:10
4K Ultra HD 3840 x 2160 16:9

Alcuni di questi standard di registrazione video sono propri del mondo dei PC, altri nati per far fronte alle necessità di visualizzazione dei device multimediali.

I video seguenti, tutti della durata di circa 10 sec. e che riprendono la stessa scena a meno del differente movimento delle persone, sono stati girati alle diverse risoluzioni supportate dallo Huawei P20 Pro e in formato .MP4 (l’unico supportato, a differenza delle fotocamere che in modalità video permettono di riprendere anche in altri formati come MOV o AVCHD):

Possiamo osservare quanto segue: nella quasi totalità dei casi, al diminuire della risoluzione diminuisce la grandezza del file .MP4 generato a parità di durata del filmato e di scena ripresa. Tuttavia ci sono delle eccezioni.

Ad esempio, il video registrato in FHD a 1920 x 1080, quindi con una risoluzione inferiore a quella FHD+ di 2160 x 1080, occupa più spazio in quanto la frequenza dei fotogrammi è di 60 fps al posto che 30 fps. E questo è abbastanza ovvio. Meno il fatto che un file HD a 30 fps sia più grande di un file FHD a parità di bit rate. La risposta deve essere cercata nel tipo di compressione utilizzata, la MP4. Senza voler entrare in discorsi tecnici troppo complessi, ricordiamo che questo tipo di compressione si basa sul fatto di scartare le informazioni ridondanti e calcolare il livello di compressione per una data zona dell'immagine (per esempio macro-blocchi di 16 x 16 pixel) grazie a particolari algoritmi che prevedono in che modo evolveranno le componenti dei singoli fotogrammi. I fotogrammi MPEG non sono quindi compressi tutti allo stesso modo, poiché vi è un confronto fra il fotogramma corrente e quello precedente, memorizzando soltanto le zone dell'immagine che sono differenti tra i due fotogrammi.

Detto in altre parole, in un video su un soggetto statico (che di per sé ha poco senso) la compressione sarà molto efficiente (fino a 75:1) e l’efficienza molto elevata. Viceversa, con soggetti in rapido movimento, o con una rapida variazione nel movimento del cellulare, il quantitativo di dati che il codec deve elaborare sono molto superiori e quindi anche l’occupazione di memoria. I due filmati che stiamo confrontando non sono stati ripresi nello stesso momento con due risoluzioni diverse, ma uno di seguito all’altro: le condizioni sono pertanto cambiate, e anche se la velocità del panning orizzontale è circa la stessa (i filmati sono stati ripresi a mano libera, per simulare condizioni d’utilizzo reale), cambiano i soggetti in movimento con il risultato di un file più grande nel secondo caso.

Alcuni cellulari, come appunto lo Huawei P20 Pro, permettono di selezionare il formato che offre maggior efficienza (H.265) con file di dimensioni inferiori piuttosto che favorire la compatibilità (H.264).

Lo stesso, identico, filmato in Full HD di 10 sec. che in formato H.264 genera un file da 25,57 MB, in H.265 diventa da 20,53 MB,  ma non è visualizzabile dall’app standard “Film e TV” di Windows 10 e nemmeno da Windows Media Player e VLC Media Player per la mancanza del codec necessario.

Queste considerazioni ci portano anche a dire che, nel caso di soggetti in movimento rapido, è consigliabile – se il dispositivo lo consente – impostare una frequenza dei fotogrammi più elevata per avere un movimento più fluido.

Quale risoluzione conviene dunque impostare per i nostri video? Dipende dall’utilizzo che vogliamo fare del filmato, dove lo rivedremo (schermo di un cellulare o monitor di un PC) e soprattutto dalla sua durata. Le dimensioni ampie delle memorie interne porterebbero a pensare alla massima risoluzione possibile, in realtà nella maggior parte dei casi non è necessario spingersi oltre il Full HD. Anzi, in molti casi anche un video in HD va più che bene, soprattutto se poi dobbiamo inviarlo a qualcuno tramite rete 4G o condividerlo sui social. Teniamo presente che un video su Facebook viene compresso prima della pubblicazione mediante un processo che può essere anche piuttosto lungo se il video è molto pesante. Il tutto per limitarne le dimensioni pur con un’avvertibile perdita di qualità.

L’importanza di una buona illuminazione

Per sfruttare al meglio la luce e garantire una buona illuminazione dei soggetti, valgono per i video sostanzialmente le stesse regole già espresse per le foto, per cui vi rimandiamo qui.

In linea di massima è sempre consigliabile riprendere in luoghi molto luminosi per evitare d’introdurre eccessivo rumore digitale. Infatti, non dimentichiamo che il sensore di uno smartphone è molto più piccolo di quello di una mirrorless e solo nel Huawei P20 Pro arriva a 1/1.7". La maggior parte dei sensori degli smartphone non reagisce molto bene ai cambiamenti repentini di luce ed inoltre la loro gamma dinamica è limitata, per cui è facile bruciare le alte luci o appiattire del tutto le ombre.

Questo breve video è stato ripreso in condizioni di scarsa illuminazione con lo Huawei P20 Pro, le cui prestazioni permettono comunque di limitare il rumore digitale del sensore, ma non possono fare miracoli con la gamma dinamica: lo si nota con tutti gli oggetti bianchi (per esempio il piatto con la ricotta in primo piano sulla destra) come con i particolari in ombra non distinguibili perché privi delle dovute gradazioni.

Riprendendo in esterni, nelle giornate soleggiate, vale la regola generale di evitare le ore centrali della giornata, quando il sole è a picco, perché il contrasto è elevato e le ombre appaiano nere, mentre la direzione del sole rispetto al soggetto ne determina l’illuminazione, come si vede dai seguenti esempi ripresi al tramonto:

Sole basso frontale rispetto al soggetto: le tonalità sono calde, l’illuminazione diretta crea l’ombra di chi riprende sul corpo, che si può evitare angolando il punto di ripresa. Si noti l’effetto moiré generato dal pattern della giacca.

Sole basso dietro al soggetto: l’illuminazione cambia completamente, il soggetto è lievemente sottoesposto, alcuni riflessi causati dalle lenti entrano nella scena.

Sole basso di lato: la scena assume maggiore tridimensionalità, il volto è in parte illuminato e in parte in ombra; angolando opportunamente il cellulare si può controllare l’ombra.

Messa a fuoco automatica o manuale?

Normalmente nel modo video la messa a fuoco è automatica, tuttavia ci sono casi in cui è preferibile usare la MAF manuale, in quanto essendo il sensore piccolo la profondità di campo è già così ampia che anche mettendo a fuoco manualmente quasi tutta la scena risulta perfettamente a fuoco, salvo soggetti vicini, e si evita così il fenomeno del focus hunting, tipico dei sistemi a rilevazione di contrasto.

Quando invece si utilizza l’autofocus, sofisticati sistemi di MAF tracking disponibili nei migliori smartphone aiutano ad agganciare il soggetto, con possibilità di visualizzare o meno in tempo reale i punti di messa a fuoco:

Questo video è stato ripreso utilizzando il sofisticato sistema AF predittivo 4D dello Huawei P20 Pro: come si vede, il soggetto in movimento (la barca in questo caso) rimane perfettamente a fuoco malgrado si avvicini al punto di ripresa

Zoom digitale: meglio non usarlo

Se alcuni smartphone di ultima generazione dispongono di un secondo obiettivo e quindi una doppia focale per scattare le fotografie, nel modo video ciò non è possibile e quindi l’unica possibilità, se proprio si deve avvicinare il soggetto, è quella di utilizzare lo zoom digitale. Purtroppo, però, lo zoom digitale non è realmente uno zoom! In pratica prende una porzione dell’immagine e la ingrandisce per “simulare” lo zoom ottico e quindi effettua, come si dice in gergo, un crop.

In questo modo, anche con i migliori smartphone, si perde la qualità delle immagini. Non solo: utilizzando sia il movimento delle dita sullo schermo che la funzione zoom assegnata al tasto volume, la zoomata non sarà comunque progressiva ma a scatti.

Quindi, in conclusione: assolutamente da evitare!

Il video che vi mostriamo è stato ripreso assegnando al tasto volume la funzione di zoom: il risultato è davvero imbarazzante. Riprendendo a mano libera, non solo la qualità del video nel momento in cui si inizia a zoomare decade notevolmente, ma non si riescono neanche a limitare le vibrazioni e il funzionamento a scatti

Orizzontale o verticale?

La maggior parte delle persone ha la cattiva abitudine di registrare i video tenendo lo smartphone in posizione verticale, l’orientamento in cui normalmente lo si utilizza per tutte le altre funzioni. Negli USA la chiamano “sindrome del video verticale”. Niente di più sbagliato! Lo smartphone dovrebbe sempre essere tenuto in posizione orizzontale.

Solo in alcuni casi può essere preferibile riprendere in senso verticale, ma sono eccezioni e non certo la regola.

I due video seguenti mostrano la stessa scena ripresa in orizzontale e verticale:

Si noti la differenza anche nell’audio a causa della diversa posizione del microfono

La stabilizzazione delle riprese

Alzi la mano chi registra un video col cellulare appoggiandolo su una superficie stabile, o meglio, utilizzando un mini-treppiede appositamente pensato allo scopo: ben pochi, se non nessuno! Per questa ragione, i costruttori di smartphone pongono la dovuta attenzione alla possibilità di stabilizzare elettronicamente le riprese. Non basta utilizzare il cellulare (in orizzontale) con due mani, muoverlo lentamente, teneri i gomiti raccolti e chiusi verso il corpo, magari appoggiare la schiena ad una superficie: la ripresa, senza uno stabilizzatore efficace, risulterà quasi sempre mossa.

Il primo filmato è stato ripreso in FHD senza stabilizzatore inserito, il secondo è lo stesso filmato con stabilizzatore inserito. la differenza rispetto a prima è consistente. Si noti che nello Huawei P20 Pro lo stabilizzatore non può essere attivato nei modi 4K e FHD ad alto frame rate (60 fps)

Il problema principale degli smartphone, nonostante la tecnologia abbia fatto passi da gigante nella qualità complessiva (foto e video) del comparto “camera”, è proprio la stabilizzazione delle immagini dato che si tratta di un oggetto relativamente piccolo che viene utilizzato molto spesso in movimento. Gli stabilizzatori elettronici, tra cui quelli integrati dallo stesso produttore, possono ridurre solo in parte il movimento delle riprese, pertanto se si vuole ottenere un risultato migliore occorrerà indirizzarsi verso uno stabilizzatore meccanico (il così detto sistema gimbal a due o tre assi).

L’alternativa più semplice, utilizzabile se si deve riprendere senza spostare lo smartphone, è quello di un treppiedi tipo questo:

Altre funzioni

Gli smartphone di ultima generazione offrono sempre più possibilità per la ripresa dei video, possibilità selezionabili dal relativo menù delle impostazioni:

Alcune altre funzioni sono direttamente impostabili dalla schermata di ripresa. Fra queste, ad esempio, quella per attivare l’effetto bellezza e la possibilità di variare la resa dei colori fra standard, nitidi e delicati.

Ecco tre video ottenuti variando i colori:

Il flash può solo essere spento o perennemente acceso, come un piccolo illuminatore.

L’audio, troppo spesso trascurato

L’audio non è meno importante del video. Un buon video senza un audio adeguato non restituirà l’effetto voluto, a meno che sia stata prevista di aggiungere una traccia audio pulita in fase di post-produzione.

Purtroppo, la maggior parte dei microfoni incorporati negli smartphone è di pessima qualità e in luoghi in cui il vento non è trascurabile il risultato finale è spesso inaccettabile.

In questo video, ripreso sempre con lo Huawei P20 Pro, è stato possibile registrare un audio di buona qualità poiché si era piuttosto vicini alla sorgente ed il volume non era eccessivo

Video registrato durante un concerto live di un noto cantautore italiano. Quasi sotto al palco, il volume era molto elevato, l’audio di partenza di scarsa qualità con l’emissione dei subwoofer sproporzionata rispetto al resto dello spettro audio. L’eccessiva SPL ha saturato il preamplificatore microfonico; l’intelligibilità risulta quasi nulla, un risultato di qualità inaccettabile

Per far fronte a casi come questi si può pensare di acquistare un microfono esterno da inserire direttamente sullo smartphone nel connettore dell’auricolare, che è un IN/OUT. Alcuni costruttori producono microfoni per questi scopi, ed in particolare la cinese Mic-W ne realizza una serie dedicata che si differenzia per il diagramma polare (omnidirezionale o cardioide) e per la sensibilità:

Nota dell'editore: questa è la quinta e ultima puntata di un progetto di guide nelle quali vi abbiamo dato suggerimenti su come scattare foto e registrare video fantastici con il vostro smartphone. Qui di seguito trovate gli altri articoli:

Uno dei migliori smartphone per provare sul campo questi consigli è sicuramente lo Huawei P20 Pro.