Crisi delle vocazioni Apple: l'iPhone 6 ne sconterà gli effetti

Secondo Strategy Analytics la percentuale di possessori di iPhone pronti ad acquistare il prossimo modello è in calo. Il numero di fedeli al marchio Apple è in discesa e si possono fare diverse analisi per spiegare questa tendenza.

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a cura di Manolo De Agostini

La fedeltà verso il marchio Apple è in calo? Per la prima volta dal 2007, data d'uscita dell'iPhone, il numero di possessori del terminale che dichiarano di aver intenzione di acquistare la prossima versione è in discesa. La ricerca è stata condotta da Strategy Analytics.

Nello studio si scopre che il 75% degli utenti iPhone dell'Europa Occidentale acquisteranno probabilmente il prossimo terminale di Apple. La percentuale è in netto calo, se pensiamo che nel 2011 il dato si aggirava intorno all'88%, anche se comunque è innegabilmente alta in senso assoluto. La stessa indagine è stata fatta anche negli Stati Uniti e il declino è meno mercato: si passa dal 93% del 2011 all'88% del 2012, ma lì l'azienda di Cupertino gioca in casa.

"Non c'è dubbio che Apple stia continuando ad avere successo nel mantenimento della base di utenti esistenti, riuscendo al contempo ad attrarre nuovi clienti", ha dichiarato Paul Brown di Strategy Analytics. "La pubblicità negativa nata dalla percezione di una mancanza d'innovazione da parte di Apple ha fatto sì che stiamo iniziando a vedere un po' di crescita nel numero di clienti altamente fedeli che iniziano a considerare se acquistare o no un nuovo iPhone come prossimo terminale".

Secondo Taryn Tulay, analista di Strategy Analytics, "il numero degli intervistati che dice che probabilmente o sicuramente non comprerà il prossimo telefono di Apple è basso. È il numero di coloro che non sono sicuri di rimanere con lo stesso marchio quelli di cui Apple dovrebbe essere preoccupata".  

D'altronde non può essere altrimenti, dato che Apple potrà fare poco per ingraziarsi quello zoccolo duro di persone che di un dispositivo con una mela morsicata sopra proprio non vogliono sentir parlare, a prescindere dalla qualità e dal prezzo. Per quanto riguarda la perdita di fedelissimi, secondo noi ci sono effettivamente da considerare più aspetti. La prima cosa è che "Apple si paga" e in un periodo di crisi economica molte persone si guardano attorno e non sono disposte a fare sacrifici.

La seconda è - come evidenziato anche nella nostra recensione dell'iPhone 5 - che Apple ha migliorato il prodotto, ha fatto qualche modifica ma effettivamente non c'è quella novità che ti fa dire "lo voglio". Anche se, lo ammettiamo, questo è un punto di vista soggettivo. Inoltre sotto molti aspetti la concorrenza offre terminali alla pari se non migliori del terminale della Mela, e anche gli ecosistemi rivali stanno crescendo, se pensiamo che Android conta 700.000 applicazioni in costante aumento.

Precedenti studi affermavano che i clienti di terminali iOS erano tra i più fedeli rispetto ai possessori di qualsiasi altro prodotto e marchio, con un 21% di loro disposti ad acquistare la nuova versione a qualsiasi prezzo. Inoltre si affermava che gli acquirenti di prodotti mobile Apple erano il 52% più fedeli all'azienda rispetto a quanto fossero gli utenti Android verso i produttori dei loro dispositivi.

Un dato quest'ultimo che ci sembra non considerare che chi acquista Android solitamente non ha remore a cambiare, anche perché è il sistema operativo il centro di tutto e il dispositivo è secondario: si acquista il migliore in base alle proprie esigenze e al budget. Con Apple non c'è scelta e soprattutto, ci si lega a un ecosistema fatto di account, applicazioni acquistate, musica e molto altro.

Questo è noto come "effetto aura": chi si compra un iPhone finisce spesso per cedere al fascino della mela e passare da Windows a OS X. E c'è chi più di fedeltà parla di catene, ma dipende dai punti di vista, perché questo effetto è proprio quello che sta cercando di replicare Microsoft con Windows Phone 8, Windows 8, Surface e Xbox 360. Insomma, tutti vogliono battere Apple e quale miglior modo se non replicare, facendo ancora meglio, quello che l'azienda di Cupertino fa già da anni?

Insomma, dall'analisi di Strategy Analytics emergono dei dati che chiunque può usare per sostenere una tesi piuttosto che un'altra. Di certo sono numeri che in casa Apple conoscono benissimo e forse sono inevitabili in questo momento, in cui l'azienda non può più contare su un fattore novità e la concorrenza ha fatto investimenti ingenti per riguadagnare la credibilità e il terreno perduto, con risultati evidenti nei prodotti che sono o stanno per arrivare sul mercato.