Da Google pubblicità su smartphone più accettabile, stop ai click accidentali

Google interviene sulla pubblicità mobile per bloccare i click accidentali. Una misura pensata per aumentare il valore degli spazi pubblicitari e la soddisfazione dei clienti, ma che potrebbe avere ricadute positive anche sull'esperienza dell'utente finale.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Google cerca di eliminare i click accidentali sulle pubblicità mobile, vale a dire quelle visualizzate su smartphone e (a volte) su tablet. La novità è pensata soprattutto per agenzie pubblicitarie e inserzionisti, che dovrebbero trovare così più interessante la pubblicità mobile, ma potrebbe avere ricadute anche sugli utenti finali.

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Un click accidentale si verifica quando tocchiamo una pubblicità senza volerlo, magari perché il caricamento della pagina è lento o perché è stato caricato un annuncio proprio nel momento in cui volevamo toccare un link o un'immagine. Al momento questi click sono abilitati e conteggiati come tutti gli altri, quindi chi usa Google come fornitore potrebbe vedere numeri non realistici.

In altre parole chi fa pubblicità mobile con Google (ma anche altri) oggi magari vede un CTR, il rapporto tra visualizzazioni e click, molto alto ma mendace, proprio per via di questi click involontari. Questo non porta solo a informazioni statistiche sbagliate, ma anche a un aumento dei costi pubblicitari ingiustificato.

Per arginare il problema Google quindi bloccherà i click fatti sui bordi del banner, considerando solo quelli al centro, nell'ipotesi che se un utente tocca quel punto lo fa perché effettivamente interessato all'annuncio. Similmente, Google bloccherà i click se il banner è troppo vicino alla classica "x" per chiudere l'annuncio stesso. Infine ma non ultimo, gli annunci non saranno "cliccabili" da subito, ma ci sarà un piccolo ritardo rispetto al loro caricamento; in tal modo ci si dovrebbe assicurare che l'utente abbia avuto il tempo di leggere e comprendere che cosa ha davanti.

Tutto a vantaggio di chi in effetti la pubblicità la paga, vale a dire l'inserzionista e/o l'agenzia pubblicitaria. Secondo Google con questi metodi la conversione, che misura la quantità di click che poi diventa un acquisto, aumenta del 15%. Il pubblicitario è contento perché riceve visite di persone effettivamente interessante e non deve pagare per i click errati; e sarà contenta Google, perché così può sperare di veder aumentare il proprio fatturato.  

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Ma c'è un possibile vantaggio anche per l'utente finale, perché potremmo vedere una riduzione di uno tra i problemi più fastidiosi quando si usa uno smartphone, che si tratti di un'app o di navigazione via browser. Addio quindi a quelle pubblicità cliccate quando in realtà volevamo chiuderle, e addio a quei click fatti perché ci si è avvicinati troppo a un banner. E anche a quei click fatti quando la pagina si sta ancora caricando e il banner appare proprio sotto il nostro dito "al momento giusto".

Ci sono ragioni per essere ottimisti, ma senza esagerare. Sì perché un conto è che Google dia un taglio ai click accidentali, e un altro che il mondo della pubblicità accetti la novità di buon grado. In alcuni casi, magari tanti, ci saranno stati errori di design e allora tutti contenti. In altri casi però è lecito sospettare che non ci sia alcun errore; non sono certo l'unico a pensare che qualcuno ha progettato gli annunci apposta per generare un click errato, e chi usa questo trucchetto di certo non sarà felice della nuova politica di Google.

Anche nel caso di annunci accidentali "dolosi" però, le novità introdotte da Google possono rappresentare un bel miglioramento. Le soluzioni dell'azienda vanno infatti a inficiare le tre strategie più comuni usate per spingerci a cliccare anche quando non vogliamo. Non possiamo quindi che accogliere con piacere questa novità, e sperare che abbia davvero gli effetti positivi che promette per tutti, consumatori, pubblicitari e inserzionisti.

Infine ma non ultimo, è interessante rilevare che c'è una coincidenza almeno curiosa: è vero che questa novità soddisfa i pubblicitari e potenzialmente anche i consumatori, ma arriva proprio mentre si comincia a parlare di strumenti per bloccare la pubblicità integrati in iOS, il sistema operativo dell'iPhone. Magari è un caso o magari no, che ne dite?