Dipendenti dallo smartphone? Per scoprirlo basta un'app

L'applicazione Menthal traccia il vostro comportamento con lo smartphone: quanto chiamate, quali app usate di più e per quanto tempo. È stata realizzata da un gruppo di ricercatori per quantificare il fenomeno, per certi versi ormai noto, della dipendenza da smartphone.

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a cura di Manolo De Agostini

Siete dipendenti dal telefono cellulare? Se rispondete di no, frose avete un problema. Già perché tra WhatsApp, social network, chiamate ed SMS ormai sono in molti coloro passano più tempo con la testa china su uno schermo piuttosto che dare attenzione agli affetti e altri aspetti più importanti e produttivi della vita.

Accendere uno smartphone e aprire un'applicazione è spesso il modo migliore per buttare via un'occasione, deconcentrarsi sul lavoro e soprattutto dilapidare tempo prezioso della vostra vita. Vuol dire anche smettere di pensare. Di questo (e altro) parla un libro, Felicemente #sconnessi di Frances Booth, pubblicato da poco in italiano (chi vi scrive lo sta leggendo). Ma non è del libro che vogliamo parlarvi.

I ricercatori dell'Università di Bonn sono andati ben oltre i consigli pratici, sviluppando un'applicazione per Android (4.0 e successivi), gratuita, chiamata Menthal in grado di dire ai possessori di smartphone per quanto tempo stanno attaccati al loro oggetto tecnologico preferito. Chi la installa (inizialmente mette in coda d'attesa) non vede solo quanto tempo gli rubano le chiamate, ma anche quali sono le applicazioni usate più frequentemente. E se l'app di Twitter viene usata per diverse ore al giorno, allora forse è meglio che spegniate tutto e resettiate, fissando nuove priorità.

I dati raccolti dall'applicazione saranno poi inviati - in forma anonima - ai ricercatori per essere analizzati. In uno studio non ancora pubblicato il team tedesco ha usato Menthal per esaminare il rapporto con lo smartphone di 50 studenti per un periodo di sei settimane. "Alcuni dei risultati sono stati scioccanti", ha commentato il docente di psicologia Christian Montag. Ad esempio, un quarto dei soggetti usava il proprio smartphone per più di due ore al giorno. Di media, i partecipanti allo studio hanno "attivato" il loro terminale più di 80 volte al giorno - ogni 12 minuti, mediamente, escludendo la notte. Determinate persone hanno persino raddoppiato quel numero.

Un utente tipico, tra quelli analizzati, parla al telefono per otto minuti al giorno e scrive 2,8 SMS. Metà del tempo con il dispositivo, però, lo passa sui social network o sulle applicazioni di messaggistica istantanea. Nel caso specifico WhatsApp occupava il 15% d'uso, Facebook il nove percento. I giochi hanno invece "impegnato" gli esaminati per il 13%, anche se alcuni soggetti hanno giocato addirittura per diverse ore (pazzi! che scomodità!).

"Vorremo sapere con precisione quando l'uso del cellulare è normale, e quando comincia a diventare eccessivo", ha spiegato Montag parlando di Menthal. L'uso di un cellulare, secondo gli studiosi, è simile a quello di una slot machine, ed è per questo che sono usati così di frequente. Questa "potenziale" dipendenza non è ancora una malattia ufficialmente riconosciuta, anche se è possibile avvicinarla a quella da Internet, di cui si parla da tempo. Ed è per questo che è nata l'applicazione, per raccogliere molti più dati e accendere un faro sul problema. Che c'è, inutile negarlo, basta alzare la testa dalla smartphone e guardarsi attorno.