Editori europei contro Apple, il WSJ fa chiarezza

Gli editori europei sono sul piede di guerra con Apple: la rivoluzione sulla policy riguardante gli abbonamenti è considerata un abuso. L'esclusione del Sony e-reader per iPhone ha allarmato tutti. Entro il 31 marzo tutti gli abbonamenti passeranno attraverso l'App Store.

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a cura di Dario D'Elia

Per comprendere meglio cosa stia succedendo come al solito bisogna guardare oltreoceano. Il Wall Street Journal ha approfittato della vicenda per entrare nel dettaglio del sistema pagamenti. Effettivamente le riviste e i quotidiani presenti su App Store fino ad ora per gli abbonamenti si affidavano alle rispettive strutture esterne: in pratica in quel caso Apple perdeva la commissione.

Adesso con l'implementazione di un sistema interno che supporta gli abbonamenti (vedi The Daily) Apple esige che venga rispettato il modello di business basato su revenue sharing – sulla falsariga di quanto avviene per le applicazioni. E tutte le riviste e quotidiani dovranno adeguarsi entro il 31 marzo.

Tutti voglio l'iPad

Insomma, il caos di cui parlano gli editori non esiste. Apple semplicemente da qualche giorno dispone della piattaforma integrata che permette gli abbonamenti (interni all'App Store); prima no, e quindi lasciava libertà d'azione.

Il dibattito fra le parti in causa è giusto, soprattutto nell'interesse dei lettori e della competitività nel mercato. Certo è che se gli editori sostengono di aver contribuito al successo dell'iPad, bisogna anche riconoscere che nel segmento digitale, il giorno prima del suo rilascio, valevano meno di zero.

App Store è una vetrina. È la più strategica nel suo settore e fondamentalmente l'unica che produce ricavi. Se sia giusto o meno che imponga regole così restrittive forse lo deciderà in ultima istanza l'antitrust. Personalmente non credo si arriverà a tanto: la moltiplicazione dei Market è sotto gli occhi di tutti. L'unica verità è che gli utenti iPad e iPhone, per ora, sono gli unici che sono disposti a spendere.