Galaxy Note III con schermo da 6,3 pollici e chip a 8 core?

Voci dalla Corea del Sud riportano che il Samsung Galaxy Note III potrebbe avere uno schermo da 6,3 pollici e un system on chip Exynos 5 Octa. Quest'ultimo, messo nel mirino da alcuni produttori cinesi, è stato fortemente criticato da Qualcomm.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Il Galaxy Note III, successore dell'attuale Note II con schermo da 5,5 pollici, potrebbe avere un display da 6,3 pollici (molto probabilmente Full HD) e un system on chip Exynos 5 Octa, il nuovo chip di casa Samsung con otto core (quattro Cortex-A15, quattro Cortex-A7). L'indiscrezione giunge dal Korea Times, che a sua volta la addebita ai dirigenti dell'azienda sudcoreana.

Difficile valutare se si tratti di una voce plausibile, malgrado 6,3 pollici appaiano davvero molti. Tanti trovavano già eccessivo lo schermo del primo Note, 5,3 pollici, figurarsi una soluzione di questo genere. Il trend di mercato, come dimostrato anche dall'Asced Mate da 6,1 pollici, è quello di coprire ogni dimensione disponibile, tanto che oggi si fa sempre meno chiaro il confine tra smartphone e tablet. 

Una ricerca di iSuppli, pubblicata in queste ore, certifica il successo dei cosiddetti phablet, che potrebbero superare quota 60 milioni di unità vendute rispetto ai 25,6 milioni del 2012. Per cui al momento non ci sentiamo di escludere nulla, anche se conserviamo del sano scetticismo. 

L'altro punto interessante riguarda il system on chip, presentato in occasione del CES 2013 e da tanti visto come un papabile candidato per il Galaxy S IV. In effetti un chip a otto core potrebbe prestarsi meglio al futuro Galaxy Note, soprattutto nella configurazione big.LiTTLE scelta dal colosso di Seoul.

L'Exynos 5 Octa rappresenterebbe un SoC molto importante per Samsung, che come noto starebbe progressivamente perdendo il suo principale cliente, Apple. L'azienda avrebbe intenzione di colmare il vuoto lasciato dalla casa di Cupertino con i produttori cinesi in forte ascesa, ZTE e Huawei in particolare. "Abbiamo presentato l'Exynos 5 Octa per catalizzare l'attenzione dei clienti cinesi'', ha dichiarato un dirigente di alto livello dell'azienda.

Un rappresentante di Huawei ha confermato le trattive con Samsung, affermando che "se le condizioni offerte sono favorevoli, non c'è ragione per dire di no a un nuovo rapporto di business". Anche ZTE si è dimostrata interessata a lavorare con l'azienda sudcoreana: "gli smartphone sono il nostro pane e burro. Il mercato sta esplodendo. Abbiamo bisogno di chip e prezzi migliori".

Se da una parte però l'Exynos 5 Octa sembra aver riscosso consensi, la concorrenza non risparmia affondi contro il nuovo chip. Secondo l'amministratore delegato di Qualcomm, Paul Jacobs, la soluzione a otto core rappresenta una trovata pubblicitaria ingannevole pensata allo scopo di nascondere un difetto abbastanza evidente nel prodotto: il consumo energetico.

###old1996###old

L'AD di Qualcomm ritiene che Samsung si sia accorta che i quattro core Cortex-A15, da soli, avrebbero richiesto troppa energia, e per questo abbia inserito altrettanti core Cortex-A7 per mascherare un difetto. La configurazione ottenuta non è perciò da ritenersi veramente a otto core, perché le due parti del chip non funzionano contemporaneamente.

Qualcomm ritiene quindi che la nuova proposta della casa sudcoreana non abbia nulla di più da offrire rispetto ai chip Snapdragon 600 o 800, caratterizzati da quattro core Cortex-A15 che sono in grado di gestire prestazioni e consumi in modo indipendente a seconda del carico, cosa che la soluzione di Samsung non fa.

Insomma, l'azienda di Seoul starebbe abbindolando le persone facendo leva su un numero, ma nel concreto non vi sarebbe alle porte una vera e propria rivoluzione. In attesa di scoprire se Jacobs abbia ragione oppure no attraverso l'unica via utile per determinarlo, cioè i test sul campo, non si può comunque negare che la macchina del marketing di Samsung sia già entrata in azione, ma questo fa parte dei giochi.