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a cura di Saverio Alloggio

Gli smartphone, entro il 2020, saranno i dispositivi di elettronica di consumo più pericolosi per l'ambiente. A sostenerlo è lo studio di due professori dell'Università canadese McMaster, che hanno posto la lente d'ingrandimento sulla filiera produttiva dei dispositivi mobili, che sembrerebbe destinata a superare il livello di emissioni dei gas serra prodotte dall'utilizzo dei computer.

Tutto ruota attorno al ciclo produttivo degli smartphone: c'è innanzitutto il processo di estrazione dei metalli utilizzati per realizzare chip e schede madri; in secondo luogo la continua spinta alla realizzazione dei nuovi modelli (soprattutto in relazione alla durata limitata nel tempo delle batterie); in terzo luogo i servizi "accessori" come i data center, alla basa del funzionamento dei moderni dispositivi mobili e spesso ancora caratterizzati da infrastrutture alimentate da combustibili fossili.

componenti smartphone copertina

In tal senso, occorre ricordare come molti big del settore stiano lavorando per la creazione di data center basati interamente da energie rinnovabili, come ad esempio Google e Facebook. Da sottolineare anche come lo studio dei due professori dell'Università McMaster abbia posto l'accento sui piani tariffari degli operatori che offrono aggiornamenti biennali per gli smartphone, alimentando dunque la domanda per i nuovi dispositivi.

Insomma, stando allo studio in questione, l'85% dei gas serra prodotti dagli smartphone proverrebbe proprio dal ciclo produttivo e da questi "servizi accessori". Un dato destinati a crescere ulteriormente in ottica futura, con i dispositivi mobili destinati a diventare nel 2020 i più pericolosi per l'ambiente nel settore dell'elettronica di consumo.

google server farm

In tutto questo, la frenata in termini di vendite potrebbe rappresentare un piccolo argine al fenomeno previsto dai due professori dell'Università McMaster. Non è un mistero infatti che le spedizioni di smartphone abbiano subito una decrescita nel Q4 2017, un trend che andrà certamente verificato nel 2018. 

In ogni caso, la sensazione è che l'intero ciclo produttivo dei dispositivi mobili necessiti di una revisione in termini di impatto ambientale. Del resto, non è certamente il primo studio a porre la lente d'ingrandimento su questo aspetto degli smartphone.