Giochi freemium: Google restituisce 19 milioni ai bambini

Google si è accordata con le autorità: risarcirà quasi 20 milioni per gli acquisti in-app.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Google pagherà 19 milioni di dollari come risarcimento ai genitori i cui figli hanno fatto inconsapevoli acquisti in-app. Si chiude così una vicenda che vedeva l'azienda contrapposta alla FTC, l'ente che vigila sul commercio negli Stati Uniti. 

Google si sarebbe "fatta pagare illegalmente", approfittandosi del fatto che molti genitori danno smartphone e tablet ai figli per farli giocare. Apple in passato aveva affrontato un problema simile per poi modificare iOS e rendere meno probabile l'acquisto incauto.

Google si era opposta alle richieste di modificare il Play Store e di risarcire le famiglie, ma alla fine ha "accettato di modificare il sistema di pagamento per assicurarsi di ottenere un consenso esplicito e informato dai consumatori prima di farli pagare per beni venduti all'interno delle applicazioni mobile", recita la nota pubblicata dalla stessa FTC.

Il problema risale al 2011, quando gli acquisti in-app arrivarono su Android. Da allora Google ha introdotto diversi meccanismi per prevenire incidenti, ma la questione è rimasta aperta. Anzi, a mantenere viva questa fiamma ci ha pensato proprio Apple: dopo aver pagato una sanzione simile (31,5 milioni di dollari) a gennaio, infatti, gli avvocati di Cupertino scrissero alla FTC per segnalare che Google si stava macchiando dello stesso crimine.

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"Ora che Apple sta vedendo esaudito il proprio desiderio", scrive Megan Geuss su Ars Technica, "solo Amazon resiste ancora alla campagna della FTC contro gli acquisti in-app". L'azienda fondata da Jeff Bezos è già nel mirino degli investigatori, ma per il momento i suoi legali sono determinati a lottare con unghie e denti - non hanno la minima intenzione di accordarsi come hanno fatto Apple e Google.

Nessuna di queste tre aziende, in altre parole, ha riconosciuto quello che sembra un principio del tutto valido. I rispettivi negozi online pullulano di applicazioni per bambini, quindi ci si aspetta che questi oggetti finiscano anche nelle mani dei più piccoli. E se ci sono acquisti in-app non sembra assurdo chiedere che sia impossibile per i bambini spendere il denaro dei genitori - magari senza rendersene conto.

Google, Apple e Amazon invece stanno dando l'impressione di voler lucrare sulle azioni di "futuri" consumatori. Un'immagine non proprio edificante.