Google: Apple deve lasciarci copiare le sue invenzioni

Google chiede al Congresso di promuovere leggi che le permettano di copiare indisturbata le idee di Apple per il bene dei consumatori e per favorire la competitività del mercato. Da Cupertino rispondono picche: non avrebbe senso investire in ricerca e sviluppo se poi bisogna spartire i guadagni con la concorrenza.

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a cura di Elena Re Garbagnati

I brevetti di Apple sulle tecnologie ormai popolari fra gli utenti dovrebbero essere trattati come standard de facto ed essere a disposizione di tutte le aziende. Lo sostiene Kent Walker, consigliere generale di Google, in una lettera inviata alla Commissione Giustizia del Senato degli stati Uniti, riferendosi alla guerra dei brevetti e alla tenacia con cui l'azienda di Cupertino cerca di impedire ai concorrenti di fare uso delle sue invenzioni.

Continua lo scontro fra Apple e Google

Nella lettera, di cui sono stati pubblicati alcuni estratti da AllThingsD, si legge in dettaglio che "la collaborazione svolge un ruolo importante nel sistema della definizione degli standard ed è particolarmente importante in settori come le telecomunicazioni. Molti dei benefici di interoperabilità promossi dalla FTC nel contesto SSO (Standards Setting Organizations) si applicano anche quando un'azienda pubblica informazioni su uno standard altrimenti proprietario, in modo che altre aziende possano decidere autonomamente (sia per scelta o necessità) di fare investimenti complementari per supportare lo stesso standard nei loro prodotti. Gli standard proprietari o de facto possono portare benefici importanti per i consumatori".

In parole più semplici la visione di Google è che così come ci sono i brevetti che coprono standard essenziali (i cosiddetti brevetti FRAND, che devono essere concessi a chiunque dietro compenso equo e ragionevole), ci sono brevetti essenziali sul piano commerciale, che riguardano caratteristiche così popolari da essere diventate onnipresentiImpedire a tutti di farne uso è dannoso per i consumatori e per un mercato competitivo

Google ha quindi pubblicamente riconosciuto la validità e l'importanza delle invenzioni di Apple, e indirettamente sta ammettendo di averle copiate. Però si giustifica sostenendo che Apple dovrebbe pensare al bene dei consumatori e chiudere un occhio, anzi meglio se tutti e due.

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Inutile dire che a Cupertino la proposta lusinghiera non è stata presa bene. Il consigliere generale di Apple Bruce Sewell si è affrettato a rispondere che non si può pensare di standardizzare una tecnologia solo perché è diventata molto famosa, altrimenti non avrebbe senso investire denaro in ricerca e sviluppo per non ottenere alcun vantaggio rispetto ai concorrenti.

Dato che uno dei prodotti simbolo della guerra dei brevetti è l'iPhone, Sewell fa riferimento proprio a questo terminale scrivendo che "le funzioni dell'iPhone sono categoricamente diverse da quelle di un telefono tradizionale, e sono il risultato dalla capacità di Apple di portare l'innovazione nel mercato mobile. Il metodo con cui l'iPhone scatta fotografie, gestisce un foglio di calcolo, consente di giocare con i videogiochi, o di eseguire innumerevoli altre applicazioni, non ha nulla a che vedere con i protocolli standard. Apple ha speso miliardi in ricerca e sviluppo per creare l'iPhone, e gli sviluppatori software di terze parti hanno speso miliardi per sviluppare applicazioni per questo terminale. Il prezzo di un iPhone riflette il valore di queste tecnologie non standardizzate - così come il valore del design estetico, che a sua volta rispecchia lo studio e lo sviluppo condotti da Apple, e che sono del tutto estranei a qualsiasi standard".

Lasciatemi copiare!

La posizione di Apple è quindi chiara: c'è una grande differenza tra una tecnologia che è diventata popolare perché è stata adottata come standard del settore e una tecnologia che è diventata popolare perché i consumatori se ne sono innamorati. Se le due cose dovessero essere assimilate nessuno avrebbe più incentivi per innovare.

Dirimere la questione è complesso, dato che è proprio attorno a questo punto che si sta tessendo da anni l'accesa guerra dei brevetti. Difficile dare torto a Apple quando fa notare che il suo lavoro non è a fine di beneficienza, e che vuole essere padrona in esclusiva delle proprie invenzioni. Bisogna anche riconoscere che l'iPhone ha inaugurato una nuova era degli smartphone. Però questo non dovrebbe necessariamente implicare che tutti gli altri telefonini in circolazione debbano restare fermi alle tastiere fisiche e al tasto del menu del Nokia 3310.

Google da parte sua pecca di presunzione ammettendo apertamente di copiare Apple e di volere che questa condotta venga legalizzata. Però è da notare che Apple ha registrato certe invenzioni solo di recente approfittando della riforma della legge statunitense dei brevetti che predilige il "first to file" (primo a registrare un'invenzione) rispetto al "first to invent" (il primo a inventare qualcosa). Gli altri nel frattempo cos'avrebbero dovuto fare?