Google appoggia Motorola, iPhone 4S e iCloud vanno fermati

Motorola ha denunciato Apple per violazione di brevetti. Gli iPhone 4S violano sei proprietà intellettuali, iCloud altre quattro. La denuncia è stata possibile solo grazie all'appoggio di Google, che ha evidentemente deciso di scendere in campo. Metterà la parola fine alla guerra dei brevetti?

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a cura di Roberto Buonanno

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I tribunali della Florida saranno il teatro di scontro fra Apple e Google. Motorola ha denunciato l'azienda di Cupertino per violazione di proprietà intellettuali: l'iPhone 4S usa illegalmente sei brevetti dell'azienda concorrente, e iCloud altri quattro. Il guaio per Apple è che questa volta non si tratta di una schermaglia come quelle che ci sono state con Samsung e compagni, perché dietro alle spalle di Motorola c'è BigG.

Google ha autorizzato Motorola a portare Apple in tribunale

L'ha spiegato chiaramente nel suo blog l'esperto di brevetti Florian Mueller: l'accordo di acquisizione di Motorola da parte di Google prevede che Motorola non possa portare avanti nessuna azione legale finalizzata a rivendicare le sue proprietà intellettuali a meno che non ci sia l'avvallo per iscritto da parte di BigG. Questo significa che Google ha espressamente autorizzato Motorola a perseguire Apple in tribunale.

Non è un segreto che l'azienda di Mountain View abbia speso 12,5 miliardi di dollari per entrare in possesso anche del succulento pacchetto brevetti di Motorola (oltre 17mila), e difendersi meglio dalle continue rappresaglie della casa di Cupertino contro Android. Quello che non era così scontato è che Google fosse a sua volta intenzionata a distruggere Apple. Il primo campanello d'allarme è suonato quando Motorola ha ottenuto un'ingiunzione preliminare di blocco dei prodotti Apple in Germania, una vittoria più che altro simbolica che di certo non ha fatto bene al morale di Apple.

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La ITC (International Trade Commission) ha in seguito bastonato l'azienda di Cupertino respingendo le sue accuse contro Motorola. Ora la denuncia in Florida: se due indizi fanno una prova sarebbe facile concludere che Google abbia deciso di mettere il bavaglio a un concorrente che sta diventando scomodo non tanto per il successo di vendita dei suoi prodotti, quanto per il tempo e le risorse che fa perdere in tribunale a tutti i produttori Android. L'unica cosa certa è che il conteggio delle vittorie al momento promuove Google a pieni voti.

Sarà interessante capire come la prenderà Apple, che già una volta ha dato segno di non essere così spavalda come appare con Samsung. Per esempio, dopo l'acquisizione da parte di Google Apple ha chiesto l'archiviazione della causa contro Motorola che lei stessa aveva intentato per violazione di proprietà intellettuali. Siamo davanti al possibile epilogo della guerra dei brevetti? C'è da augurarselo, perché sarebbe più costruttivo per tutti se questa questione di puntiglio dell'ex numero uno di Apple venisse definitivamente archiviata. Le "guerre termonucleari" non fanno bene a nessuno.