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a cura di Alessandro Crea

Secondo alcune indiscrezioni recenti Google potrebbe aver cambiato idea sulla Repubblica Popolare cinese e la censura imposta dal Governo e starebbe così preparandosi a tornare con un servizio che elimini i siti proibiti dalle pagine dei risultati. Insomma, il motto "don't be evil" non ha più valore dalle parti di Mountain View?

Stando a quanto rivelerebbero alcuni documenti entranti in possesso dei colleghi di The Intercept, la risposta sarebbe affermativa. A quanto pare infatti Google starebbe già lavorando al progetto, nome in codice Dragonfly, dagli inizi del 2017. In pratica si tratterebbe di un'app per Android basata sulle linee guida del Governo cinese, in grado dunque di eliminare dai risultati specifiche chiavi di ricerca ma anche fonti non gradite come ad esempio BBC News e Wikipedia, assieme ad altre inserite in una sorta di black list.

Il motore di ricerca ovviamente sarebbe capace di individuare automaticamente i termini da censurare, escludendo i risultati proibiti dalle prime pagine, non soltanto per quanto riguarda testi, ma anche immagini. Il tutto però sarebbe in un certo senso esplicitato grazie a un disclaimer che dovrebbe recitare grossomodo: "Alcuni risultati potrebbero essere stati rimossi su richiesta governativa".

E pensare che nell'ormai lontano 2010, dopo quattro anni di permanenza in Cina con i propri servizi, Google decise di abbandonare il Paese proprio in risposta alle crescenti pressioni censorie, pubblicando un post polemico sul proprio blog in cui accusava apertamente il Governo di togliere la libertà di parola, minacciare i dissidenti e promuovere cyberattacchi contro diverse aziende hi-tech, tra cui la stessa Google inclusa. A otto anni di distanza le cose sarebbero cambiate, l'app sarebbe già stata sottoposta all'approvazione degli organi di Governo cinesi ed entro 9 mesi al massimo Google potrebbe dunque far ritorno in grande stile. Si fa per dire.