Google fa shopping: acquistate quattro startup nel campo dell'audio, nuovi prodotti in arrivo?

Google ha acquistato quattro startup attive nello sviluppo di tecnologie per l'audio. Secondo Protocol, potrebbe anticipare il lancio di nuovi prodotti.

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a cura di Umberto Stentella

Google fa shopping nel mondo delle startup dedicate all'audio e la musica. Nell'arco di poco tempo, il colosso di Mountain View ha aquistato quattro diverse startup: Synaptics, Dysonics, RevX Technologies e Tempow. Lo rivela la rivista online Protocol.

Assieme alle startup, Google si è portata a casa un tesoretto di brevetti che vanno dall'audio 3D, ad hardware di vario tipo, passando per riduzione attiva del rumore e tecnologia Bluetooth. Secondo Protocol, la mossa anticipa il lancio di almeno un nuovo prodotto brandizzato Google. «Altrimenti Google non avrebbe speso decine di milioni di dollari per delle aziende che lavorano nel campo degli accessori audio e hanno già un ricco portfolio di prodotti».

Google potrà anche attingere dalla forza lavoro altamente specializzata impiegata nelle quattro aziende, utilizzando i loro talenti per nuovi ambiziosi progetti.

I principali competitor di Google nel campo dell'hardware hanno già lanciato diversi accessori dedicati esclusivamente alla fruizione della musica. Comprensibilmente, Google non vuole rimanere indietro a marchi come Apple e Bose. Lecito quindi aspettarsi l'arrivo di nuovi auricolari e cuffie nell'immediato futuro.

Contestualmente, Protocol ha anche scoperto che Google sta lavorando a dei chip proprietari per i suoi prossimi prodotti dedicati all'audio. Dopo il SoC Titan per gli smartphone, l'azienda vuole progettare dei chip custom anche per prodotti come gli auricolari TWS. O quantomeno questo è quello che si evince dalla ricostruzione di Protocol.

Esiste poi un'altra possibile ragione dietro a questa serie di nuove acquisizioni. Google recentemente è stata citata in giudizio da Sonos con l'accusa di aver copiato alcuni suoi brevetti. Le quattro startup, come detto, offrono a Google un ricco portfolio di brevetti: tecnologie che l'azienda potrà usare per sviluppare in autonomia i suoi prodotti, senza il rischio di pestare i piedi ad altre aziende, come già successo in passato. Lo scorso gennaio, dopo che un giudice ha riconosciuto che Google aveva violato la proprietà intellettuale della Sonos, l'azienda era stata costretta a sospendere tempestivamente alcune funzionalità dei suoi smart speaker.

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