Google: la sentenza pro-Apple non tocca il cuore di Android

Google non teme strascichi negativi per Android dopo la sentenza che ha visto Apple battere Samsung in California e ottenere un risarcimento di 1 miliardo di dollari. Nel frattempo il dibattito sul verdetto si fa bollente.

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a cura di Manolo De Agostini

Il pronunciamento della giuria nel processo californiano tra Apple e Samsung non sembra preoccupare più di tanto Google, o almeno è quello che l'azienda vuole far trasparire pubblicamente. Secondo il colosso di Mountain View la maggior parte dei brevetti in causa non riguarda il cuore di Android, che non sembra intenzionata ad andare allo scontro diretto contro la rivale Apple.

"La corte d'appello esaminerà sia la violazione sia la validità delle rivendicazioni sui brevetti. La maggior parte non riguardano il cuore del sistema operativo Android e diversi di questi sono in corso di riesame da parte dell'Ufficio Brevetti statunitense. Il settore della telefonia mobile corre veloce e tutte le aziende stanno lavorando su idee in circolazione da decenni.", ha dichiarato un portavoce di Google a The Verge. Con tutt'altro spirito è stata accolta la sentenza a Seoul, Corea del Sud, dove Samsung ha il suo quartier generale. Alle dichiarazioni di rito a margine del processo si aggiunge quanto si legge su Koreatimes, secondo cui in casa Samsung non si aspettavano una vittoria netta in un processo celebrato nel cuore della Silicon Valley, ma nemmeno una sentenza così dura.

Choi Gee-sung, a capo della divisione strategia aziendale Samsung Group, ha tenuto una riunione di emergenza - a cui hanno partecipato Shin Jong-kyun (divisione dei dispositivi mobile) e Lee Dong-joo (marketing). Bocche cucite, anche se il Koreatimes scrive che Shin Jong-kyun potrebbe parlare nei prossimi giorni. In questi minuti Samsung si è limitata a pubblicare un "memo" interno in cui spiega che Apple non ha voluto negoziare, fiduciosa di poter vincere in tribunale, e ha espresso perplessità sulla sentenza statunitense.

Tanto Apple quanto Samsung cercheranno di convincere il giudice Lucy Koh a rivedere la decisione della giuria. La casa di Cupertino, oltre alla richiesta di bloccare distribuzione e vendita dei prodotti che violano i propri brevetti, punta a triplicare l'ammontare del risarcimento danni. L'azienda asiatica a sua volta cercherà  di far annullare la decisione espressa dai nove giurati e togliere l'ingiunzione alla vendita sul Galaxy Tab 10.1, sul quale permangono le violazioni sul software.

Se Samsung riuscisse a modificare il sistema operativo e il giudice dovesse consentire la vendita del prodotto, l'azienda potrebbe chiedere i danni ad Apple. Inoltre, secondo un avvocato "Samsung è pronta a portare la questione alla Corte Suprema, in quanto il verdetto è stato basato sul protezionismo''. Un'accusa infamante, ma priva di conferme per ora.

In Italia un fan della Mela ha deciso di festeggiare la sentenza

Manuel Ilagan, uno dei nove giurati, ha confidato al sito CNET che già dopo il primo giorno di delibere tutti concordavano sul fatto che Samsung avesse torto, ma al tempo stesso non sono mancate discussioni infuocate, in particolare su tecnologie come bounce-back e pinch-to-zoom ed eventuali casi di prior art. "Abbiamo giudicato in favore di Apple a causa delle prove che hanno presentato. Era chiaro che c'era un'infrazione. […] Le email che scambiate dai dirigenti Samsung sulle funzioni di Apple che avrebbero dovuto integrare nei loro dispositivi erano una prova abbastanza schiacciante a mio giudizio. Inoltre l'ultimo giorno Apple ha mostrato le foto dei telefoni che Samsung realizzava prima che uscisse l'iPhone e quelli che ha prodotto dopo l'uscita dello smartphone di Apple. Alcuni dei dirigenti Samsung hanno presentato testimonianze in video dalla Corea e ho pensato che volessero evitare domande. Questo non li ha aiutati". Da aggiungere che la giuria ha tenuto inoltre in grande considerazione l'avvertimento di Google, che aveva chiesto alla casa sudcoreana di cambiare il design di alcuni prodotti, troppo simili a quelli della Mela.

Velvin Hogan, portavoce della giuria, ha dichiarato a Reuters che con questo verdetto si è voluto far passare un messaggio forte. "Non volevamo dare a un'azienda, con qualsiasi nome, carta bianca nel violare la proprietà intellettuale qualcun altro. Abbiamo voluto assicurarci che il messaggio che inviato non fosse solo un buffetto sulla guancia," ha aggiunto Hogan in merito alla multa, comminata in modo da essere "sufficientemente elevata da essere dolorosa, ma non irragionevole". Hogan, ex ingegnere e a sua volta detentore di un brevetto, ha dichiarato infine che la giuria è stata in grado di deliberare in meno di tre giorni perché alcuni avevano sia esperienza ingegneristica che legale

Samsung Electronics ha perso quasi il 7% alla Borsa di Seul, lasciando per strada 12 miliardi di dollari in una sola seduta di contrattazioni.